Corriere 20.7.16
Lo stop del Senato alla legge sulla tortura
Esame sospeso, il Pd prende atto della spaccatura nella maggioranza. Protestano M5S e Sinistra italiana
di Massimo Rebotti
Milano
Scontro in Senato sul disegno di legge sulla tortura: l’iter del
provvedimento, alla fine, è stato sospeso e il centrodestra esulta per
il risultato ottenuto.
Da tempo sul testo, che introduce nel
codice penale il reato di tortura recependo una convenzione
internazionale firmata dall’Italia nel 1988, c’è un braccio di ferro tra
i due schieramenti culminato ieri nella decisione della conferenza dei
capigruppo di rinviare per il momento ogni discussione. Sul tema, già
rovente, si sono innestate anche le tensioni tra i centristi dopo la
decisione del capogruppo di Ap Renato Schifani di dimettersi.
Di
fatto sul disegno di legge la maggioranza si è spaccata, con i centristi
che si sono espressi a favore della richiesta di Forza Italia, Lega e
fittiani, di bloccare il provvedimento. Il segnale lo aveva dato il
ministro Alfano il giorno prima parlando di un testo da cambiare «per
evitare ogni possibile fraintendimento riguardo all’uso legittimo della
forza da parte delle forze di polizia». Su questo punto si è concentrato
tutto il centrodestra che ha accusato il ddl di «rendere più difficile
il lavoro alle forze di polizia» in un momento di gravi rischi legati al
terrorismo. In molti hanno fatto riferimento anche alla recente strage
di Nizza e alle vittime italiane: «Noi stiamo dalla parte di chi ci
difende» ha detto il leader della Lega Matteo Salvini.
Il Pd, che è
a favore del testo, si è trovato spiazzato dalla decisione degli
alleati di Ap di schierarsi con l’opposizione di centrodestra: «Vogliamo
e dobbiamo ottemperare a un debito che l’Italia ha nei confronti dei
suoi cittadini e della comunità internazionale — ha detto il capogruppo
Luigi Zanda —. L’Italia giunge con più di tre legislature di ritardo al
varo di una norma presente invece in tutti gli ordinamenti democratici
occidentali». Per Zanda l’approvazione del disegno di legge potrebbe
arrivare comunque prima della pausa estiva, per il centrodestra invece
c’è bisogno di più tempo per rivalutare le norme.
Furibondo il
primo firmatario del ddl, il senatore pd Luigi Manconi: «Un Senato
inqualificabile e infingardo ha stabilito che fosse troppo presto per
approvare un provvedimento che attende di essere accolto nel nostro
ordinamento dal 1988». Proteste da Sinistra italiana — «decisione
vergognosa» — e M5S, pronti a votare a favore del provvedimento.