Corriere 1.7.16
il «femminicidio», epilogo della sopraffazione totale
di Rosario Sorrentino
«S
e mi lasci ti uccido». Il suo cervello, i suoi circuiti della dopamina,
una molecola che ci trasmette benessere, gratificazione e piacere, lo
hanno reso dipendente e ossessionato da lei, come può esserlo il
cervello di un uomo stravolto e schiavo della droga che assume, perché
ha sviluppato con la sua donna un legame profondamente malato, che
somiglia a quello di chi è succube di una sostanza stupefacente. Un
amore per lui diventato ormai «tossico», che gli produce una crisi di
astinenza violenta, che lo spinge a fare qualunque cosa pur di non
perderla.
Dipendente da lei ma deciso a cancellarla, annientarla
per sempre; il suo comportamento è ormai senza controllo, perché non
riesce più ad averla, lei, la sua «dose». Per l’ennesima volta lei lo
respinge, prova a difendersi, gli urla che questa volta è decisa a
lasciarlo. Ma è troppo tardi: quelle parole risuonano nella sua mente
come un definitivo abbandono, un affronto e capisce che tutto gli sta
sfuggendo di mano. È disperato, sconvolto prova a supplicarla, a
convincerla; giura e spergiura che cambierà. Poi capisce che la partita è
chiusa, è persa per sempre. È a quel punto che scatta dentro di sé la
furia omicida, la vendetta perché quel rifiuto è troppo per lui. La
cornice è sempre la stessa: quella di una famiglia modello che sembrava
spensierata e felice, ma dietro le quinte l’inferno. Vittima e carnefice
convivono in un surreale equilibrio; poi all’improvviso qualcosa si
spezza e la tragedia più volte sfiorata, diventa realtà.
Un uomo e
una donna, una volta uniti fra loro diventano i protagonisti assoluti
di una tragedia. Stiamo parlando del «femminicidio», una tipologia
delittuosa dove l’uomo uccide la donna dopo una lunga fase di minacce,
percosse e umiliazioni che la donna subisce. È una evenienza che si
realizza quando il maschio perde il dominio assoluto verso la sua
compagna di vita, un dominio che prevede sempre la sottomissione e la
sopraffazione totale di lei.