Corriere 17.7.16
Via il ballottaggio, ecco il «Bersanellum»
Il piano della minoranza pd (con l’ok dell’ex leader) per cambiare l’Italicum
Limiti al premio di maggioranza
di Monica Guerzoni
ROMA
Sulla scacchiera della legge elettorale la minoranza del Pd azzarda la
mossa del cavallo. Spazza via l’Italicum dal tavolo delle trattative e
propone un sistema di voto radicalmente nuovo, costruito con l’intento
di superare l’impasse e mettere miracolosamente d’accordo i partiti,
Cinque Stelle compresi. Martedì la conferenza stampa, una scelta
comunicativa pensata per mostrare la volontà di aprire a tutti, evitando
una raccolta di firme di corrente. A illustrare il progetto saranno il
senatore Federico Fornaro e il deputato Andrea Giorgis, i quali prima di
lanciare la sfida hanno ottenuto il via libera di Pier Luigi Bersani.
A
detta degli autori il tentativo è quello di tenere assieme la
rappresentatività e la governabilità: esigenza, quest’ultima, che
secondo la sinistra del Pd era stata eccessivamente sacrificata a favore
della stabilità dell’esecutivo. Il modello prende ispirazione da
diversi Paesi europei, senza però importare un sistema preconfezionato. È
un maggioritario, ma non in senso classico e per tutelare il pluralismo
prevede un sistema diverso dallo sbarramento. La novità più rilevante è
la sparizione del ballottaggio, perché il Pd ha ormai chiaro che al
secondo turno il Movimento partirebbe favorito.
«La nostra
ambizione è trovare un sistema elettorale che riavvicini eletto ed
elettore, superando uno dei grandi limiti del Porcellum — spiega Fornaro
—. E poiché l’Italicum è difficilmente correggibile, noi tentiamo di
dare una risposta alle critiche con una legge elettorale più
equilibrata, che ha dentro una serie di contrappesi». Su questo tema,
che un anno fa portò alle dimissioni di Roberto Speranza, la sinistra
dem non ha alcuna intenzione di fare testimonianza. E se ha deciso di
battere un colpo, è perché davvero pensa di poter raccogliere consensi
trasversali, anche da parte dei Cinque Stelle. Il combinato disposto tra
la legge elettorale e la riforma costituzionale genererebbe un sistema
che la minoranza ritiene meno squilibrato, e poi la legge dei bersaniani
è stata confezionata su misura per il nuovo scenario tripolare.
«Noi
interveniamo sugli eccessi dell’Italicum — garantisce Fornaro —. Per
evitare che un partito del 20% possa prendere il 55% dei seggi». Per
Miguel Gotor i capisaldi della legge sono il turno unico e «un premio di
maggioranza non illimitato». Si chiamerà Bersanellum? «Ma no... Per me
possiamo anche chiamarlo Italicum senza ballottaggio, o Italicum 3.0,
basta che recepisca i rilievi della Corte costituzionale e che incontri
il consenso di una maggioranza larga».
Il sistema vagheggiato
dalla sinistra dem è il doppio turno di collegio, ma con buona dose di
realismo i bersaniani sanno che raggiungere un’intesa su quel terreno è
impresa ardua e così hanno cercato un punto di mediazione. «La legge
perfetta non esiste — conclude Fornaro —. Noi vogliamo uscire da questo
giochino Italicum sì, Italicum no. Ma sia chiaro che non faremo
forzature. Non è un prendere o lasciare».