Repubblica 10.6.16
L’incendiaria che nessuno può fermare
Firenze,
aveva cominciato tre anni fa uscendo di notte a forare le gomme. Poi ha
iniziato a dare fuoco ai locali Per la legge non è perseguibile perché
incapace di intendere. Però non c’è spazio nelle strutture specializzate
di Franca Selvatici
FIRENZE.
La mina vagante ha colpito anche la notte scorsa. Dal 2013 a oggi ha
forato centinaia di pneumatici, ha dato fuoco ai dehors di una decina di
locali, ha imbrattato i muri di strade e viali con scritte deliranti,
ha insultato l’avvocatessa che cercava di aiutarla, ha causato danni per
oltre un milione. Carabinieri, polizia e magistrati non sottovalutano
il pericolo. Ma finora non c’è stato modo di fermare Senada K., una
signora di 38 anni, di origini bosniache. Ben vestita, ordinata,
apparentemente gentile. Giudicata incapace di intendere e volere, non è
imputabile. Poiché il suo delirio non si placa, anzi divampa sempre più,
è stata dichiarata socialmente pericolosa e un gip ha emesso nei suoi
confronti la misura di sicurezza provvisoria del ricovero in una Rems
(Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), dove potrebbe
essere trattenuta e curata. Il ministero della Giustizia ha inviato la
richiesta a tutte le Rems d’Italia. Nessuna ha posti disponibili. «C’è
un ordine del magistrato cui non viene data esecuzione», si indigna uno
degli esercenti che hanno subito danni: «Se accade qualcosa ora, i
risarcimenti li chiederemo alla Regione o al ministero. E se un giorno
questa signora appicca un incendio e muore una persona?».
La notte
scorsa qualche rischio si è corso. Un uomo ha visto e bloccato Senada
K. mentre dava fuoco alla tenda di un bar, al piano terra di un palazzo.
«Scendono le fiammelle dal cielo», ha detto. Nel 2013, convinta di
essere vittima di un complotto dei carabinieri, ha cominciato a forare
decine di pneumatici. Secondo lo psichiatra, è affetta da una sindrome
delirante a sfondo persecutorio. Nel 2015 cominciano i vandalismi contro
lo studio dell’avvocatessa e i raid contro i bar. L’incendio più
devastante viene appiccato il 12 dicembre a un bar gelateria in una
località bellissima, ma isolata. L’allarme scatta quando le fiamme sono
ormai altissime e hanno attaccato l’intero edificio. I danni ammontano a
oltre 100mila euro. Il bar riapre il 26 maggio scorso e Senada è già in
agguato: la trovano all’interno del recinto. «Cercavo un accendino»,
dice. Il titolare vive in uno stato di ansia continua, alle prese con
l’assicurazione che vuole attendere l’esito del processo prima di
pagare, consapevole che, se viene appiccato un altro rogo, nessuno vorrà
più assicurarlo. E Senada K. continua a girovagare in zona.