«La proposta Lorenzin aggrava il precariato nella ricerca medica pubblica»
il manifesto 21.6.16
La
segretaria della Funzione Pubblica della Cgil scrive alla ministra
della Salute Beatrice Lorenzin: "La sua proposta determina una
precarietà stabile e lunga 15 anni. Dopo 15 anni di assoluta precarietà,
insomma, non c'è alcuna prospettiva certa"
di Serena Sorrentino*
Onorevole Ministra Beatrice Lorenzin,
nel
corso degli Stati Generali della Ricerca, Lei ha illustrato una
proposta per affrontare il drammatico problema della precarietà, troppo
presente nel settore sanitario e negli istituti zooprofilattici. Più
delle parole, a qualificare la sua proposta è la figura geometrica da
lei utilizzata per rappresentare questo percorso: un triangolo.
Un’immagine che tradotta vuol dire: entrano in tanti e arrivano, a fine
percorso, in pochi.
Nel dettaglio, infatti, la sua proposta
«triangolare» prevede tre passaggi che determinano una precarietà
stabile e lunga 15 anni. Al termine di questa spinta «flessibilità» la
sola proposta «concreta» rimane una chimera legata alla dotazione
organica e alle risorse. Dopo 15 anni di assoluta precarietà, insomma,
non c’è alcuna prospettiva certa.
Ad essere coinvolti in questo
processo sono circa 3.500 ricercatori negli IRCCS (Istituto di Ricovero e
Cura a Carattere Scientifico) e negli IZS (Istituti zooprofilattici
sperimentali) impegnati in progetti di ricerca ai quali non si offrono
soluzioni in termini di continuità occupazionale.
La sua proposta
non risolve la questione drammatica della precarietà, tema per altro che
coinvolge tutta la sanità. Al contrario, si opera un processo di
stabilizzazione della precarietà stessa.
Condividiamo che c’è una
urgenza da affrontare immediatamente, ovvero quella che dal prossimo
primo gennaio 2017 non sarà più possibile ricorrere alle collaborazioni
coordinate e continuative.
Una misura che rischia di produrre
danni gravissimi al funzionamento degli IRCSS e degli IZS e, quindi,
alla ricerca sanitaria tutta.
L’urgenza è condivisa ma non la
soluzione proposta. Il tema va affrontato coinvolgendo tutti i soggetti –
Regioni, Ministero e Organizzazioni sindacali – all’interno del
percorso per il rinnovo del contratto nazionale. È questo lo strumento
per riconoscere i diritti, per questi lavoratori così come per tutti gli
altri.
Siamo disponibili al raggiungimento di un intesa che dia
risposte all’emergenza e che sia però, allo stesso tempo, inclusa nel
percorso contrattuale.
Un’intesa, ribadiamo, da raggiungere al
Ministero della Salute, con il coinvolgimento di tutti gli attori in
campo, da traslare nel prossimo rinnovo contrattuale. È il contratto il
luogo per offrire risposte strutturali, anche e soprattutto al mondo
della ricerca che deve continuare ad esistere nella sanità.
Su
queste basi siamo pronti al confronto da subito per offrire una
prospettiva certa a chi oggi vive sulla propria pelle una condizione di
precarietà pluriennale e a chi vorrà entrare nel mondo della ricerca
sanitaria nei prossimi anni.
Questa la sfida che lanciamo a Lei e
al governo tutto, se, come spesso si sostiene, la ricerca è un punto
dirimente per il futuro del Paese.
*Segretaria Generale Fp Cgil