Il Sole 17.6.16
Beni Culturali
Il sovrintendente: servono 436 milioni ma da due anni non abbiamo un euro
La Capitale si affida al mecenatismo
di Massimo Frontera
«Solo
per l'ordinaria manutenzione, cioè per evitare il degrado, avremmo
bisogno di 30 milioni di euro. Ma da due anni a questa parte nel
bilancio della Sovrintendenza Capitolina non abbiamo risorse. Gli ultimi
soldi li abbiamo visti nel 2014, poco più di un milione di euro». Il
Sovrintendente capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce
(nominato dall'ex sindaco Ignazio Marino nei primi giorni del suo
mandato) nei giorni scorsi ha lanciato - insieme al Commissario
Francesco Paolo Tronca - l'Sos sul patrimonio culturale romano. Presicce
ha sollecitato i potenziali "mecenati" di tutto il mondo a prendersi
cura del patrimonio universale che si trova a Roma; ma cerca anche di
far crescere nei romani - che in questo finesettimana sceglieranno il
prossimo sindaco - la consapevolezza che c'è un immenso tesoro da
riconquistare alla città, tesoro che può anche stimolare l'economia, ma
che invece scivola sempre di più nel degrado. Presicce parla dai uffici
di Palazzo Lovatelli, a un passo da Piazza Venezia.
Per quanto
riguarda i nuovi investimenti - quelli che la città decide di spendere
per aumentare il patrimonio culturale fruibile - la situazione non è
molto diversa da quella della manutenzione. «Per il 2016 abbiamo
ricevuto circa 138mila euro, in conto ai fondi per il Giubileo, per il
restauro della Fontana degli Spedali. E poi si siamo impegnati con il
ministero dei Beni Culturali al recupero del Teatro Valle, con 1,5
milioni per ciascuno tra Mibact e noi: 3 milioni in tutto. Noi faremo il
progetto, fino al livello esecutivo, e poi lo manderemo in appalto.
Abbiamo ancora alcune risorse da spendere degli esercizi precedenti -
aggiunge Parisi Presicce - ma finisce qui».
Mausoleo di Augusto, progetto esecutivo entro luglio
Peccato
che la Sovrintendenza capitolina debba gestire - con fondi zero - su un
patrimonio che conta 24 musei civici, 450 fontane monumentali, 574 aree
archeologiche, 700 monumenti moderni, 900 edicole sacre e cinque piazze
tra le più famose del mondo. «Un patrimonio enorme», sottolinea,
abbastanza inutilmente, Parisi Presicce.
Da qui la necessità di
rivolgersi ai privati. Negli ultimi tre anni sono stati raccolti impegni
per circa una quindicina di milioni per altrettanti progetti, di varia
caratura, alcuni di questi già realizzati, come la Fontana di Trevi
offerta da Fendi (oltre 2 milioni di euro). Altri da realizzare. È il
caso del progetto di restauro e fruizione al pubblico del Mausoleo di
Augusto, finanziato da Fondazione Telecom con 6 milioni di euro. «La
progettazione definitiva era stata già fatta - spiega il Sovrintendente -
la stiamo adeguando a livello esecutivo, soprattutto dal punto di vista
impiantistico, perché nel caso dei lavori di restauro, tra definitivo
ed esecutivo c'è poca differenza. Entro questo mese, o al massimo il
prossimo, contiamo di terminare il progetto e di mandarlo in gara entro
l'anno».
Il fabbisogno: 436 milioni di euro
Ma rispetto al fabbisogno di Roma, queste iniziative rappresentano una goccia nel mare.
La
Sovrintendenza ha messo in fila numeri, progetti, costi. Risultato?
Servirebbero circa 436 milioni di euro per realizzare il "libro dei
sogni": servono oltre 238 milioni per i grandi progetti, concentrati
nell'area archeologica centrale e nelle strutture Capitoline; poi altri
171,5 milioni per la cura di vari monumenti nelle aree centrali ma anche
semiperiferiche; la Sovrintendenza ha poi messo insieme un "pacchetto"
fontane, sono quasi 80, da ripulire e restaurare per un costo di quasi
10,5 milioni. E infine c'è il decoro, una lista di oltre 200 micro
interventi che consentirebbero di rendere fruibile i siti a favore di
cittadini e turisti: costo 15,4 milioni. Per dire: quest'ultimo elenco
include interventi anche di 200 euro, solo per cambiare un lucchetto,
tagliare l'erba, o posare una rete antigatto. Non ci sono soldi neanche
per queste cose.
«Un terzo, un terzo, un terzo»
Ma questi
progetti possono anche essere letti in modo diverso: Parisi Presicce
parla di «un terzo, un terzo e un terzo». E spiega: «un terzo dei
progetti riguarda la manutenzione di quello che rischia di andare in
rovina, che oggi è fruito e visitabile ma che rischia il degrado».
Poi
c'è un terzo di progetti di manufatti, siti o monumenti che i romani e i
turisti hanno sotto gli occhi, ma che non possono vivere. «In molti
casi scontiamo ancora l'antica idea delle due "Rome", una moderna sopra e
una antica sotto, che non dialogano. E che invece dovrebbero farlo».
Un
esempio? «L'area Sacra di Piazza Argentina: per romani e turisti è solo
un "buco". Invece dobbiamo creare la possibilità di una discesa che
consente di attraversare questa area archeologia e risalire, anche non
necessariamente a pagamento, ma solo per restituire qualcosa alla città.
Bisogna ricucire il tessuto della città contemporanea con quello antico
per interagire con questa area più antica». «E poi bisogna creare degli
attraversamenti: è assurdo che da via dei fori Imperiali non si possa
arrivare al Lungotevere in maniera diretta. Il Foro romano dovrebbe
avere la possibilità di essere attraversato longitudinalmente».
Idee per il prossimo sindaco.
Il più grande mosaico parietale finora ritrovato e altre storie
Poi
c'è l'altro "terzo" di progetti. «Sono quelli invisibili e non
accessibili». Anche in questo caso l'elenco è lungo. Parisi Presicce va a
ruota libera. «Sul Colle Oppio - dove ci sono le Terme di Traiano -
proprio in uno dei bracci di una galleria nel perimetro delle Terme, è
stato trovato quello che è a tutt'oggi è il più grande mosaico parietale
che sia stato mai rinvenuto. Ovviamente non lo conosce nessuno perché
ancora non ci sono le condizioni per renderlo accessibile fruibile al
pubblico, ma è stata una iniziativa importante per la quale chiediamo un
atto di mecenatismo, in modo da renderlo accessibile, metterlo in
sicurezza e valorizzarlo». Costo: 2,25 milioni di euro. E poi? «Un altro
esempio: nessuno se ne rende conto ma il famoso Antiquarium del Celio,
che è un edificio importante visibile da via San gregorio, di fronte
all'ingresso del Palatino ha avuto un crollo nel 1939 mentre si
realizzava la linea B della Metropolitana. Da allora è chiuso e
recintato per ragioni di sicurezza, inaccessibile». Servono 16 milioni
di euro.
Ancora: «La torre delle milizie, presso i mercati di
Traiano non è accessibile, perché non è messa in sicurezza, e non si può
salire sulla torre, che è uno dei punti di vista più alti sulla città».
Stessa cosa per la meno nota Torre de' Conti, a Largo Corrado Ricci.
«Fino a una ventina di anni fa era la sede dell'albo pretorio; poi è
stato abbandonata, anche se ha una posizione strategica, con una bella
terrazza, è una torre medioevale che ha inglobato una delle esedre del
Forum Pacis. Al piano inferiore c'è ancora conservata una struttura di
epoca Flavia». Costo: 4 milioni. Altro esempio, Villa Rivaldi, nessuno
la conosce ma si trova in una delle aree più frequentate dal turismo
mondiale: «Sta sul lato opposto di Via dei Fori Imperiali, di fronte
alla Basilica di Massenzio. È un manufatto bellissimo, con un giardino
importantissimo, totalmente vuoto e abbandonato e inaccessibile». Ma
servono 21 milioni per il recupero.
Finito? No. «Villa Caffarelli,
a pensarci non ci dormo di notte: è un pezzo importante del Cuore
Capitolino: è nel cuore della città: è stato un settore del musei
capitolini, chiuso negli anni '70 durante i lavori di ristrutturazione.
Tra il 2000 e il 2005 - ha avuto un intervento che ha fatto coprire i
resti del podio del tempio di Giove Capitolino sotto le lastre
pavimentali di questo settore del museo. Nel 2005 i musei sono stati
riaperti, con la sistemazione della statua di Marco Aurelio, ma tutto
questo settore alle spalle è rimasto chiuso perché non c'erano più
risorse per risanarlo». Servono 2,5 milioni di euro.