sabato 11 giugno 2016

Il Sole 11.6.16
Il fronte immigrazione. Non tutti i Paesi membri sono disposti a versare un contributo nazionale per il finanziamento delle misure destinate a frenare i flussi
Parte in salita il piano Ue per i migranti
di Beda Romano

LUSSEMBURGO È una partita lunga quella che si prospetta per il piano strategico presentato questa settimana dalla Commissione europea per meglio affrontare i flussi migratori provenienti dall’Africa e dall’Asia. I Ventotto hanno avuto una prima discussione sul progetto comunitario che prevede azioni di breve e di lungo termine. L’iniziativa è stata accolta con favore. Dubbi però sono emersi sul modo in cui finanziarla: non tutti i governi sono pronti a versare un contributo nazionale.
A livello diplomatico, una prima discussione questa settimana ha mostrato un ampio sostegno per il piano europeo. Il pacchetto di misure proposto dalla Commissione dovrebbe servire a rafforzare l’azione esterna, nel tentativo di frenare l’arrivo di migranti verso l’Europa, dissuadendoli dal lasciare il loro Paese. Esternalizzare la questione è anche un modo per evitare le tante tensioni provocate in questi ultimi due anni dall’arrivo di rifugiati sul territorio europeo.
Il piano prevede il negoziato di accordi bilaterali con 16 Paesi.Ieri il commissario all’Immigrazione Dimitri Avramopoulos ha promesso una «rapida operatività». In buona sostanza si vuole accelerare i rimpatri e investire in loco per sostenere la crescita economica e lo sviluppo sociale. «Vi sono punti interrogativi – spiega un diplomatico -. C’è chi vuole privilegiare la collaborazione con i Paesi dell’Africa e altri che invece vogliono coltivare la cooperazione con l’Afghanistan o il Pakistan».
È già emerso il nodo del finanziamento. Ieri, qui in Lussemburgo dove si sono riuniti i ministri degli Interni, il ministro dell’Immigrazione olandese Klaas Dijkhoff ha spiegato: «Non tutti i Paesi sono entusiasti quando si chiede loro di spendere di più, ma se le azioni sono buone allora può esserlo anche l’investimento». Il suo omologo austriaco Wolfgang Sobotka ha aggiunto che tradurre l’impegno in intesa non sarà facile «specialmente quando si parla di finanziamenti».
Nel breve termine, il piano prevede un rafforzamento del Fondo fiduciario Ue-Africa con 500 milioni di euro provenenti dal bilancio comunitario e altri 500 milioni contribuiti dai Ventotto (si veda Il Sole-24 Ore di mercoledì). A lungo termine, la Commissione vuole creare un nuovo Piano d’investimenti all’estero che beneficerà di una base di 3,1 miliardi di euro provenienti dal bilancio comunitario, e altrettanti versati dai Paesi membri. Una leva finanziaria dovrebbe portare il totale a 61 miliardi.
È già la terza volta che Bruxelles presenta proposte legislative con formule di finanziamento che associano soldi comunitari a denaro nazionale. Così sono stati ideati il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi) e l’accordo tra Ankara a Bruxelles su una migliore gestione dei flussi migratori provenienti dal Vicino Oriente. Quanto al nuovo pacchetto, un prossimo cruciale passaggio sarà la discussione tra i leader a fine mese, che dovrebbe dare prospettive più chiare sul futuro dell’iniziativa.
Infine, sul fronte sicurezza, sempre ieri i ministri degli Interni dei Ventotto hanno trovato un accordo politico sulla modifica di una direttiva che deve servire a rafforzare la tracciabilità delle armi da fuoco. Il dossier passa ora al Parlamento europeo che dovrà dare il suo benestare. L’intesa tra i governi, voluta in particolare dalla Francia dopo i sanguinosi attentati del 13 novembre scorso a Parigi, è giunta nel giorno dell’inizio del campionato europeo di calcio, segnato dal pericolo terrorismo.