il manifesto 9.6.16
Fassina: non lascio il Comune, al limite lascio la Camera
«Non
abbiamo scherzato, ho una responsabilità verso gli elettori». Con
queste parole Stefano Fassina, che ha raccolto il 4,5 alle elezioni di
domenica scorsa, ha confermato che non intende lasciare l’unico seggio
che la sinistra ha conquistato a Roma al primo degli eletti della sua
lista, Sandro Medici.
Seggio garantito, che vinca Raggi o Giachetti.
Sul
ballottaggio Fassina ancora non si esprime, dopo aver detto al
manifesto due giorni fa che avrebbe dato l’indicazione di votare scheda
bianca.
«Ci sono cinque punti fondamentali per il nostro
elettorato che proponiamo ai candidati al ballottaggio», ha detto ieri
nel corso dell’assemblea organizzata per valutare il risultato assieme
ai candidati delle sue due liste.
I punti sono «la rinegoziazione
del mutuo con cassa depositi e prestiti, il referendum sulle Olimpiadi,
un’edilizia che punti alla riqualificazione senza altro consumo di
suolo, la conferma dell’attuale assetto proprietario di Ama, Atac, Acea,
Farmacap, Assicurazioni di Roma e l’attuazione del referendum
sull’acqua pubblica, risorse aggiuntive per gli asili nido e le scuole
dell’infanzia».
A chi gli chiedeva se è possibile un ripensamento
sulle dimissioni da consigliere, Fassina ha risposto: «Entro in
consiglio rinunciando agli emolumenti previsti, se avessi difficoltà a
coniugare l’impegno con quello in parlamento, lascerei l’incarico alla
camera».