mercoledì 22 giugno 2016

Avvenire.it 21.06.16
Garante minori da choc: Napoli, allarme incesto
di V. Chianese

La prima ricerca in Campania sugli abusi intrafamiliari sui minori, condotta dal Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza della Regione Campania, Cesare Romano, in collaborazione con la ricercatrice Ida Romolini e l'Associazione di volontariato Iuvare, ha rivelato risultati sconvolgenti. Sarebbero oltre 200 i casi stimati di abusi intrafamiliari subiti dai minori in Campania. Maltrattamenti e violenze tra le mura domestiche, trasformate in stanze di tortura e di orrori. Le vittime sono per lo più minori in età preadolescienziale, pari all'80% e, nell'87% dei casi si tratta di bambine tra i 6 e i 10 anni. «Abbiamo fatto questa ricerca per evidenziare che il fenomeno è abbastanza consistente, è trasversale ed è molto sommerso – è la sconcertante affermazione di Cesare Romano. – Abbiamo testimonianze dirette e indirette, anche se non compaiono nella ricerca, che ci sono intere zone in cui l'abuso sessuale, l'incesto, è elevato a normalità». Il rapporto, presentato ieri, è cominciato nel novembre 2013 ed è proseguito per tutto il 2014. Ha interessato, a campione con questionari anonimi, 45 Comuni (il 12% delle amministrazioni locali) e 31 Ambiti territoriali (il 60% di tutti gli Ambiti). Ma diversi enti secondo il Garante campano non hanno collaborato. Romano ha precisato di avere chiesto, tramite la Curia di Napoli, la collaborazione delle parrocchie, da cui non ha avuto risposta. Due anni fa il cardinale Sepe indicò un sacerdote all'interno della commissione del Garante, nomina non formalizzata. «Essendo dati sensibili – precisa Enzo Piscopo, portavoce della Curia – i parroci non possono comunque divulgarli». Il Garante ha anche elencato alcune zone "critiche": le Salicelle ad Afragola, Madonnelle ad Acerra, quartieri di Napoli, e il Parco Verde a Caivano. Tutte zone di degrado, di povertà, dove sono assenti i servizi sociali e lo Stato. Considerazioni che amareggiano don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde che ribatte: «Uno sciacallaggio mediatico impressionante, frutto di un discorso pigro e disonesto che ha voluto equiparare la povertà, che diventa miseria, alla pedofilia». Si tratta invece di un fenomeno che riguarda «ricchi, professionisti, persone che conoscono bene i posti dove le ragazzine, le bambine, si possono comprare per pochi euro. Non ci si rende conto che così facendo – sottolinea don Patriciello – si fa un piacere ai pedofili di tutto il mondo». Gli fa eco un altro sacerdote in prima linea contro la pedofilia. gI bambini vanno anche educati – dice don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell'Associazione Meter Onlus – credo che occorra lavorare molto su questo fenomeno aberrante che richiede tanta determinazione». L'obiettivo del Garante campano è andare verso un sistema regionale di raccolta dati per arrivare all'istituzionalizzazione di sistemi e procedure che siano in grado di individuare le giovani vittime, tutelarle e perseguire i responsabili. «Vogliamo accendere i riflettori su questo fenomeno – ha sottolineato Romano – e fare qualcosa che sia non solo un approfondimento, ma soprattutto prevenzione e contrasto a un fenomeno che va sicuramente combattuto». Sui dati è intervenuto anche Andrea Orlando, ministro per la Giustizia, a Napoli per una iniziativa della Comunità di Sant'Egidio: «Pensare di risolvere solo con le norme è illusorio oltre che fuorviante. C'è un tema della scuola, dei servizi sociali, di sottosviluppo». Poi c'è un ambito «che riguarda il degrado sociale e che può essere affrontato solo attraverso strumenti diversi dalla giustizia». Da Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, la richiesta di maggiore consapevolezza e "una più adeguata offerta di servizi, unita alla predisposizione di sensori efficaci in grado di cogliere i segnali d'allarme". Creando una cultura del rispetto del bambino, con il contributo di insegnanti, pediatri e figure a contatto con le famiglie.