Repubblica Cult 8.5.16
Italo Calvino custode dell’invisibile
di Franco Marcoaldi
Nel
 suo intenso saggio su Italo Calvino. L’invisibile e il suo dove, Carlo 
Ossola ripercorre l’ultradecennale tragitto letterario dello scrittore 
ligure. A partire dal romanzo d’esordio ( Il sentiero dei nidi di 
ragno), per passare poi alla trilogia fantastica, alla “filosofia del 
vivere” delle Città invisibili e Palomar, fino alle Lezioni americane.
È
 un’opera variegata quant’altre mai, quella di Calvino, ma in cui 
ricorrono due elementi portanti: l’ inesausto esercizio della ragione 
critica (con tutte le sue virtù di trasparenza, ordine, esattezza) e lo 
scatenamento fantastico, l’uso tumultuoso dell’immaginazione. Lo 
scrittore è perfettamente consapevole delle frizioni a cui questo 
sguardo stereoscopico può dare luogo. E soprattutto sa che “il mondo 
scritto” non necessariamente riesce a dare voce al “mondo non scritto”. 
Purtuttavia, con infinita tenacia, prosegue nel suo cammino, convinto 
che l’unico modo di contrastare “la perdita di forma” che dolorosamente 
constata nella vita, risieda proprio nella parola letteraria. Sempre 
sospeso tra “fiamma” e “cristallo”, aporia e geometria, passione e 
calcolo, il Calvino riletto da Ossola combatte “il pulviscolo informe” 
che caratterizza il mondo di fuori, l’universo esteriore, con 
un’attenzione crescente allo sviluppo della vita interiore, a quanto si 
sottrae di continuo al nostro sguardo. È lì che si situa l’invisibile a 
cui allude il titolo ed è da lì che bisogna ripartire per riscoprire la 
“grana della voce”, quel timbro morale che risuona in ciascuno di noi e 
che va preservato a ogni costo. Non per caso il Calvino di Ossola, oltre
 che rabdomante capace di prefigurare il futuro, è anche moralista 
classico, “grande stoico”, custode di un umanesimo sempre incompiuto.
Italo Calvino. L’invisibile e il suo dove di Carlo Ossola Vita e Pensiero, pagg. 120, euro 13
 
