Repubblica 8.5.16
Rogo per una candela: 3 bimbi morti a Gaza rabbia per l’elettricità razionata
di F. S.
GERUSALEMME.
Sono arsi vivi Yusra, Rahaf e Nasser. Nell’incendio della loro casupola
nel campo profughi di Shati, nel nord della Striscia di Gaza. I tre
fratellini — cinque anni in tre — sono morti tra le fiamme scatenate da
una candela accesa per rischiarare la stanza dove dormivano. Un tragico
incidente in un terra già segnata dalla guerra e da drammi umanitari. La
vita nella Striscia è sempre sull’orlo dell’abisso. L’elettricità è una
delle prime emergenze perché viene fornita solo 8 ore al giorno a
rotazione fra i vari centri abitati. Se in cinquecentomila hanno la luce
in un milione e mezzo sono al buio. Ieri ai funerali dei tre ragazzini
Ismail Haniyeh, il leader di Hamas nella Striscia, ha tuonato contro
«l’assedio di Israele». Ma l’atmosfera dei funerali è stata molto tesa
perché per la prima volta si è scatenata una critica ad Hamas, con
alcuni residenti del campo profughi di Shati, che hanno accusato gli
islamisti di deviare la scarsa elettricità che c’è nella Striscia verso
la sua rete di tunnel di attacco contro Israele invece che destinarla
alla popolazione civile.