giovedì 5 maggio 2016

Repubblica 5.5.16
Paesi dell’Est contro la Ue L’Italia: “Sul Brennero Vienna fa propaganda”
Bruxelles: ok all’estensione dei controlli di frontiera e all’abolizione dei visti turistici per i cittadini turchi
di Andrea Bonanni

Il “gruppo di Visegraad” si oppone alle quote obbligatorie e alle multe per chi non le rispetta Il premier Renzi: “Giocare con le paure per fini elettorali è pericoloso”

BRUXELLES. L’emergenza migratoria torna a dividere l’Europa. Ieri la Commissione ha presentato la sua proposta di riforma del sistema di Dublino per il diritto di asilo suscitando forti reazioni negative nei Paesi dell’Est. Sulla vicenda del Brennero, Renzi ha usato parole dure contro l’Austria, stimolando una piccata reazione da parte di Vienna. Intanto Bruxelles ha dato parere postivo all’abolizione dei visti turistici per i cittadini turchi diretti in Europa. Ma la proposta dovrà superare non pochi ostacoli sia in Parlamento sia tra gli stati membri.
Come anticipato nell’intervista a
Repubblica,
il primo vicepresidente della Commissione, Timmermans, ha presentato ieri un progetto di revisione degli accordi di Dublino sui richiedenti asilo. Mantiene il principio che debbano presentare richiesta di protezione al primo Paese di ingresso nella Ue. Tuttavia, quando le domande superano le capacità di accoglienza (fissate in base alla popolazione e al Pil di ogni Stato), scatta un meccanismo di ridistribuzione automatica tra gli altri Paesi Ue sulla base di quote predefinite. Un governo potrà, invocando motivi straordinari, rifiutare di accogliere i richiedenti asilo che gli sono attribuiti. Ma dovrà pagare una somma «dissuasiva » di 250mila euro per ogni rifugiato respinto. Il nuovo sistema, ha spiegato la Commissione, va ad aggiungersi alla redistribuzione già decisa di 160mila migranti accolti in Italia e Grecia: misura ampiamente disattesa, finora solo 1.400 sono stati ricollocati. La proposta ha sollevato una levata di scudi da parte dei Paesi del “gruppo di Visegraad”. Polonia, Ungheria, Slovacchia e Cechia hanno criticato duramente l’idea sia delle quote obbligatorie, sia della “multa” per chi non le rispetta definendola «insensata», «irrealistica», «ricattatoria », «infelice».
E si riaccende la polemica tra Austria e Italia. Ieri Renzi, parlando alla Camera, è stato molto duro: « Ciò che abbiamo visto dall’altro lato del Brennero è puro esercizio di propaganda, un’operazione pericolosa perché gioca sulla paura. La chiusura del Brennero è poco più che una provocazione che attiene al dibattito da campagna elettorale in Austria, ma il tempo della propaganda non è infinito ». Secca la replica di Vienna, che ha ribadito di non vedere «nessun ostacolo a nuove misure al confine con l’Italia, qualora la situazione dovesse cambiare».
Gli austriaci ieri hanno ottenuto da Bruxelles di poter prorogare per sei mesi i controlli alle frontiere di Slovenia e Ungheria, ma non al Brennero. Proroga che la Commissione ha concesso anche a Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia perché la rotta balcanica degli esuli non appare ancora sotto controllo, ma con l’impegno a ripristinare la libera circolazione prevista da Schengen entro fineanno. Infine la Commissione ha dato parere positivo all’abolizione dei visti per i soggiorni turistici (90 giorni) dei cittadini turchi, a condizione che Ankara li fornisca nuovi passporti biometrici richiesti dagli standard Ue e non ancora andottati dalle autorità turche. Perché la liberalizzazione sia operativa dovranno anche anche essere adempiute modifiche legislative in materia di lotta alla frode, protezione dati e lotta al terrorismo. L’ultima parola in materia, però, spetta al Parlamento europeo e agli Stati membri. Ma la Polonia ha già fatto sapere che non accetta l’abolizione dei visti dalla Turchia prima che da Ucraina e Georgia. Il capogruppo del PPE al Parlamento europeo, Weber, ha lasciato intendere che la discussione sarà lunga: «Prenderemo tutto il tempo necessario per una discussione approfondita».