lunedì 30 maggio 2016

Repubblica 30.5.16
Questioni americane
Perché alla fine ha vinto l’outsider?
di Alexander Stille

DOPO la scioccante conquista della nomination repubblicana di Donald Trump per la Casa Bianca, molti si chiedono come mai tanti giornalisti (compreso il sottoscritto), e tanti altri esperti non avevano previsto il suo successo. Le ragioni sono tante. In altre elezioni ci sono stati vari candidati che hanno goduto di picchi inaspettati di popolarità, per finire poi nel dimenticatoio dopo qualche settimana. È stato così in particolare per altri personaggi anomali come Trump: nel 2012 c’era stato il pizzaiolo Herman Cain, ex-proprietario di una catena di pizzerie, che non sapeva della guerra civile in Libia, ma è stato il pupillo della destra prima di crollare. E quest’anno, c’è stata l’ascesa di Ben Carson, un chirurgo noto ma completamente digiuno di politica, che ha tenuto testa a Trump per due, tre mesi.
Le stagioni delle primarie sono molto imprevedibili: ci sono mesi di campagna elettorale prima del voto, in cui la gente può nutrire fantasie senza alcun impegno. Nelle ultime quattro, cinque elezioni i candidati outsider sono scomparsi dopo le prime vere primarie – quando i “veri” candidati – quelli con i soldi e con l’appoggio dei leader del partito, cominciano a guadagnare terreno.
Questa volta le primarie non hanno seguito il solito copione. Perché? Forse abbiamo guardato ai precedenti sbagliati, sottovalutando quello di Sarah Palin, il candidato per la vice-presidenza di John McCain nel 2008. Aveva molte delle caratteristiche di Trump: il carisma, la capacità di soffiare sul fuoco del populismo e della rabbia della tribù bianca che si sente scavalcata dalle minoranze e disprezzata dagli élite dei due partiti. E come in Trump, la sua quasi ostentata ignoranza degli affari internazionali era vista come prova della sua autenticità, della sua diversità rispetto ai politici di professione. In più, abbiamo sottovalutato quanto la globalizzazione – e i trattati commerciali – abbia fatto soffrire una buona parte della popolazione. I dirigenti dei due grandi partiti – che sono benestanti – hanno visto i suoi benefici – prodotti cinesi e coreani meno cari – tralasciando il disagio dei ceti medi- bassi, che hanno visto scomparire molti posti di lavoro. In più, l’emergere dei media di destra – la radio e la televisione di Fox News – ha cambiato il linguaggio politico. Scatti di ira, insulti e scivolate che in passato avrebbero rovinato delle carriere, ormai sono considerate mosse vincenti.