Repubblica 19.5.16
Margie Omero è vice presidente dell’agenzia di sondaggi Psb
Quello che il senatore del Vermont vuole è mantenere l’agenda delle elezioni su salari, sanità, eguaglianza
“Ma alla fine il pericolo Trump riunirà il partito”
intervista di Anna Lombardi
PARLA MARGIE OMERO, STRATEGA E SONDAGGISTA DEMOCRATICA
«Qualunque
cosa stia succedendo oggi, sconfiggere Trump resta la priorità. Su
questo obiettivo il partito democratico ritroverà la sua unità».
Stratega e sondaggista democratica, volto noto della tv americana,
Margie Omero è vice presidente dell’agenzia di sondaggi Psb, Penn Schoen
Berland. Suo marito, Julian Mulvey, è uno dei principali consiglieri di
Bernie Sanders, ma lei non ha preso posizione per nessuno dei due
candidati. Anche se secondo il
Daily Beast è stata sua l’idea di
usare “America”, il brano di Simon e Garfunkel, come inno della campagna
del senatore del Vermont.
Sanders non sembra intenzionato a
mettersi da parte. Non pensa che stia spaccando il partito? Cosa vuole?
Ci saranno sorprese alla Convention?
«La sua squadra lavora per
mantenere l’agenda di questa elezione focalizzata su eguaglianza e
riforme. Salario minimo garantito, affitti accessibili, sanità, sono
d’altronde argomenti cari agli elettori. Per questo ai suoi comizi
continuano ad andare migliaia di persone. Per questo continua a vincere.
Ma il partito è meno diviso di quel che sembra: la gente è pronta a
votare in massa chiunque dei due vincerà le primarie».
La determinazione di Sanders sta però creando seri problemi ad Hillary Clinton…
«C’è
una gara, è normale che ci siano contrasti. Ma non è una sfida cattiva
come quella che abbiamo visto in campo repubblicano con Trump che non è
riuscito a mantenere un contegno presidenziale per più di 24 ore. Vedrà,
alla Convention si farà quadrato intorno al vincitore. Conviene a
tutti».
Perché la Clinton non sfonda fra gli elettori? È vero che non piace alle donne?
«Capisco
che da lontano si possa avere questa percezione: ma è sbagliata. Lei
sta andando bene fra le donne: semmai ci sono anche molte donne che
votano per l’altro candidato. Non dimentichiamo però che queste sono
primarie. La gente le affronta diversamente dalle presidenziali di
novembre. Hillary avrà tutto il tempo di consolidarsi in vista di un
voto dove sarà determinante proprio l’elettorato femminile degli
swing
States, gli Stati in bilico. Tutti sanno che lei ha passato parte della
sua carriera a occuparsi di cose che hanno forte impatto sulla vita
delle donne. Purtroppo in questa folle atmosfera politica è difficile
trasformare in notizia il proprio impegno, con Trump che nel cuore della
notte twitta ingiurie che il giorno dopo occupano le prime pagine dei
giornali».
E dopo la nomination?
«Ci aspetta una campagna
brutale, fatta di colpi bassi e personalismi. Trump la attaccherà sel
passato, senza parlare del programma. Gli conviene: le sue proposte sono
inconsistenti di fronte a quelle di Hillary. Ma questo può funzionare
oggi. Non vedo come possa aiutarlo a conquistare gli indecisi alle
elezioni di novembre»
Trump sembra non curarsi di scandali e polemiche. Così come sembra non curarsi di conquistare il voto delle donne...
«E
questo lo farà perdere. Perché finora ha vinto grazie agli uomini più
che alle donne. Alle presidenziali è il voto femminile a fare la
differenza. Trump è indietro di diversi punti su questo fronte e non
vedo come farà a rimontare».