La Stampa 6.5.16
“Forza Italia troppo chiusa. Voterò sì alle unioni civili”
L’ex ministro Carfagna: Renzi ha trasformato il dibattito in un incontro di pugilato, ma la legge aiuta migliaia di persone
Mara Carfagna voterà sì alle unioni civili in dissenso dal suo partito. E’ delusa di un partito che si professa liberale?
«Avrei
preferito una posizione più aperta. Quello che mi auguro però è il
rispetto reciproco, nonostante Renzi abbia trasformato questa legge in
un incontro di pugilato. Si tratta di cancellare discriminazioni e
pregiudizi. Peccato che il premier abbia seguito la logica della
polemica, come fa spesso, perdendo l’occasione di coltivare il dialogo
anziché lo scontro frontale. Ma io non posso votare contro questa legge:
esprime un principio per cui mi batto da anni. E’ una rosa con tante
spine che bisogna cogliere comunque perché ne godranno migliaia di
persone».
Quella di Fi è una posizione da campagna elettorale?
«Nel
mio partito è prevalsa la reazione alla violenza di Renzi che ha posto
la fiducia. Una cosa che non si è mai vista su temi etici. Non credo che
c’entri la campagna elettorale perché questa posizione Fi l’aveva
maturata a novembre».
Come capolista a Napoli teme di perdere consensi votando sì?
«Sarebbe
un errore seguire questa logica: ci sono questioni che devono essere
sottratte alla campagna elettorale. Non sono preoccupata del consenso
quando credo in certi principi e valori. Sono un legislatore, ho una mia
visione della società e la porto avanti anche in dissenso al mio
partito».
Lei aveva proposto una legge sui
diritti degli omosessuali che sembrava avere il gradimento di molti suoi
colleghi di partito. Fi sembra ondivaga, anche sul garantismo: ora
molti sono diventati giustizialisti nei confronti degli esponenti del
Pd.
«Io parlo per me. Fi non deve rinnegare
la sua storia sull’altare dell’opposizione a Renzi. Non si è colpevoli
per un avviso di garanzia».
Parliamo di
amministrative. A Napoli, Roma e Torino il centrodestra è diviso. Come
immagina si possa rimettere insieme i cocci dell’alleanza per le
elezioni politiche?
«E’ necessario pensare
Roma, Napoli e Torino come un incidente di percorso. Io sono per creare
un centrodestra unito e allargato anche a tutti coloro che sono andati
via. Dobbiamo creare un’alternativa a Renzi, a un governo che sa solo
occupare il potere militarmente e prende in giro gli italiani con
propaganda e false promesse. Pensi che quando è venuto a Napoli alcuni
mesi fa ha detto che il centro della Apple avrebbe creato 600 posti
lavori ma si è scoperto che si trattava di stage. Non si può scherzare
sulla pelle della gente, soprattutto a Napoli dove il lavoro fa la
differenza tra la vita e la morte. È da irresponsabili».
Salvini vuole essere il leader del centrodestra, considera Berlusconi un rudere.
«La
leadership si conquista sul campo. Pensare di ricostruire il
centrodestra prescindendo da Berlusconi è velleitario. Non condivido i
toni di Salvini. Vorrei che ci fosse rispetto».
La
candidatura di Marchini a Roma, di Lettieri a Napoli e di Parisi a
Milano potrebbe far nascere un’aggregazione di centro moderato
alternativo a Renzi e distante da Salvini?
«Lo
vedremo dopo le amministrative. Misureremo il campo del centrodestra
con i voti, non a tavolino. Non angosciamo gli elettori sulla
leadership».
A Napoli De Magistris è in forte vantaggio dai sondaggi. Ha fatto bene il sindaco?
«De
Magistris ha dimostrato di essere inefficiente, inadeguato, non ha
mantenuto nessuna promessa, la città è più insicura, più sporca e più
indebitata. Non ha tagliato sprechi ma ha dilazionato i debiti per 30
anni con un trucco contabile. Ha promesso il reddito di cittadinanza
senza prevedere le copertura. Non abbiamo bisogno di rivoluzionari, ma
di persone serie».