La Stampa 4.5.16
La strana alleanza anti Renzi tra Forza Italia e la Cgil
Incontro Brunetta-Camusso: asse contro il Jobs Act
di Ugo Magri
Di
regola a pigliarsi è chi si somiglia. Invece in politica talvolta
accade di ritrovare insieme, a lottare dalla stessa parte, quelli che
meno ci aspetteremmo. Per esempio, la segretaria generale Cgil, Susanna
Camusso, e il presidente dei deputati berlusconiani, Renato Brunetta.
Ieri si sono incontrati a capo delle rispettive delegazioni, e sul
finire del colloquio è stato tutto un profluvio di reciproci
complimenti. Lusingata la Camusso per la «grande attenzione» ricevuta.
Colpito Brunetta dall’«intelligenza» dei discorsi appena uditi. Non
solo: Forza Italia promette di dare operativamente una mano al sindacato
«rosso» per eccellenza. Che sta raccogliendo firme per una «Carta
universale dei diritti del lavoro», nella speranza di farla discutere
poi dal Parlamento. Il partito del Cav ne promuoverà la
calendarizzazione e la discussione in aula, evitando così che questa
proposta faccia la solita, triste fine delle leggi di iniziativa
popolare. Strano, vero? Ma c’è dell’altro.
Il sol dell’avvenire
Renata
Polverini, già governatrice del centrodestra nel Lazio, sottoscrive
l’«impianto» molto di sinistra della proposta Camusso. Le piace questa
idea di risuscitare lo Statuto dei Lavoratori, di infondergli nuova
linfa dopo che Renzi l’ha «vampirizzato» con il suo Jobs Act. Brunetta
va oltre e già immagina uno Statuto 2.0 all’insegna della modernità, che
rimetta di nuovo al centro gli sfruttati dei giorni nostri. Chissà se
la prenderanno bene i «padroncini» del Nord Est e i «cumènda» della
Brianza, gente che ha sempre considerato Berlusconi un argine contro
«quelli là», comunisti e sindacati in testa. Magari penseranno che a
Silvio e ai suoi si è bollito il cervello. Che la Polverini è tornata a
vestire i panni di «pasionaria» Cisnal (il vecchio sindacato missino). E
che grazie a una prodigiosa macchina del tempo Brunetta è ritornato
quello di tanti anni fa, quando era una brillante promessa del
socialismo italiano e dirigeva la Fondazione dedicata a Giacomo
Brodolini, proprio colui che nel 1970 ispirò lo Statuto dei Lavoratori.
Il vero bersaglio
In
realtà, le nobili battaglie sindacali e socialiste c’entrano poco
(anzi: nulla) con il feeling sbocciato tra Renato e Susanna. Che già si
era manifestato un paio d’anni fa scandalizzando addirittura la
Santanchè, e rinasce ora per la comune ostilità verso il «giovanotto» di
Rignano sull’Arno, bestia nera di entrambi. Nel discorso del Primo
Maggio a Genova, la Camusso le ha cantate a Renzi come di più non
avrebbe potuto. E tutto ciò che va di traverso al premier, Forza Italia
lo appoggia senza riserve. Poco importa se nel corteo degli oppositori
si ritrovano in prima fila a braccetto Grillo e Salvini, Berlusconi e
gli odiati pm, Camusso e Brunetta appunto. L’importante è mettere in
piedi un fronte di protesta sociale che sbugiardi la propaganda
renziana, ne contesti la «narrazione» ottimistica e dia fiato a tutte le
trombe dello scontento. «L’opposizione deve fare sempre il suo
mestiere», è la replica di Brunetta a chi contesta le «liaisons
dangereuses» con la sinistra più retrò. Ieri, un’altra perla, di quelle
che al professor Brunetta verranno in eterno rimproverate dai
bacchettoni di destra: «Renzi passa, i sindacati rimangono». Avanti
popolo, alla riscossa.