Corriere 25.5.16
L’Aquila, lo scandalo degli isolatori sismici
di Gian Antonio Stella
Isolatori
sismici, ancora un rinvio per il processo: sarà prescrizione. Dovrebbe
bastare questo titolo sparato giorni fa in copertina dal giornale online
news-town.it, in un Paese serio, per scatenare sacrosante reazioni di
indignazione. Perché quello che la magistratura non riesce a portare a
termine a l’Aquila prima che evapori tutto nel nulla per esaurimento dei
termini non è, come già avevamo scritto, un processo qualunque. È un
processo dove lo Stato avrebbe dovuto metter la faccia per fissare un
principio: sulla prevenzione dei terremoti non si scherza. Tanto più
dopo una catastrofe come quella del 2009 in Abruzzo.
Ricordate?
Subito dopo il sisma il governo Berlusconi varò un progetto (C.a.s.e.)
per fare 19 «new town» con 4.600 appartamenti antisismici in palazzine
che come moderne palafitte si basassero su innumerevoli pilastri dotati
di isolatori in grado di attenuare con l’elasticità l’impatto di future
scosse. Giusto. Il guaio è che 4.899 di questi isolatori, forniti dalla
Alga, non avevano il «bollino» Eta (European Technical Approval) dopo i
test che «sollecitano le strutture simulando strappi tellurici in tre
direzioni come nei terremoti veri».
La perizia di Alessandro De
Stefano e Bernardino Chiaia del Politecnico di Torino confermò: gli
isolatori della milanese Alga presentavano «materiali diversi da quelli
forniti in gara», l’acciaio non era come fissato di 2,5 millimetri ma
solo di 2, c’erano «criticità ai fini del funzionamento e della
sicurezza» e così via. Tanto che, sottoposto il dispositivo a stress, il
risultato era stato «un grave danneggiamento del dispositivo stesso
spiegabile come conseguenza del fenomeno stickslip». Bene: il processo
per definire la verità giudiziaria sulle responsabilità, implicitamente
riconosciute dagli stessi imputati se è vero che il legale dell’azienda
parlò di «oltre 2.000 dispositivi che la stessa Alga intende sostituire
prima dell’esito dell’incidente probatorio», è cominciato tra cavilli e
ostacoli vari con un ritardo abissale. E da allora si trascina,
vergognosamente, di rinvio in rinvio con la difesa che pare puntare
diritta sulla prescrizione. Che sarebbe una vera schifezza.
La
prossima udienza, dove dovrebbero confrontarsi il perito dell’accusa
Alessandro De Stefano, docente al Politecnico di Torino, e gli esperti
chiamati a difesa dei due imputati Gian Michele Calvi e Agostino
Marioni, direttore dei lavori del progetto C.a.s.e. e dirigente della
Alga, è prevista il 21 ottobre. Ma ci arriveremo mai, a quel confronto?