Corriere 25.5.16
Pensioni e lavoro, ora Renzi ha voglia di concertazione
di Enrico Marro
Riparte
la «concertazione» tra governo e sindacati? «La concertazione non è la
coperta di Linus, della quale è impossibile fare a meno, ma se la
concertazione c’è siamo più contenti», ha detto ieri il presidente del
Consiglio, Matteo Renzi. Impossibile non riscontrare un cambio di
atteggiamento nei confronti dei sindacati, soggetti che il premier fino a
ieri considerava da rottamare.
Ora invece ha deciso che con loro
si dovrà articolare un confronto su pensioni e mercato del lavoro, da
qui al prossimo autunno, quando sarà varata la legge di Bilancio 2017,
delegando il ministro del Lavoro, con l’obiettivo, ha detto lo stesso
Giuliano Poletti, di arrivare a «soluzioni condivise». Facile anche
notare maliziosamente come questo cambio di linea avvenga a ridosso di
una fase di test elettorali decisivi per il governo: prima le
amministrative, a giugno, e poi il referendum sulla riforma della
Costituzione a ottobre. Cgil, Cisl e Uil rappresentano ancora diversi
milioni di lavoratori e pensionati, prevalentemente orientati verso i
partiti di centrosinistra. Uno scontro non sarebbe consigliabile per il
governo.
Proprio perché la ripresa del confronto governo-sindacati
avviene in questo contesto, sarà bene tener presente alcune criticità.
La mossa di Renzi è appunto un bluff a fini elettorali o è realmente
tesa a trovare un accordo? L’eventuale intesa non potrà avvenire, come
in passato, tutelando i più anziani, rappresentati dai sindacati, a
scapito dei giovani. Promettere l’aumento delle pensioni minime, la
revisione della Fornero e il taglio del cuneo fiscale appare
incompatibile con i vincoli di bilancio. Bisognerà scegliere.