Corriere 15.5.16
Da Bolzano a Grosseto, partigiani divisi dal referendum
I
l referendum sulla riforma della Costituzione vede il Pd e i partigiani
dell’Anpi schierati su fronti opposti. Una ferita aperta per entrambi,
visto che il principale partito della sinistra italiana nelle sue
diverse evoluzioni e l’ente morale antifascista sono stati sempre dalla
stessa parte. Ma nei giorni in cui l’Anpi riunisce a Rimini il suo
congresso si scopre che la decisione del direttivo nazionale di
schierare l’associazione con il fronte del no non è condivisa: da
Bolzano a Grosseto ci sono problemi in molte città. La prima sezione
Anpi a disobbedire è stata quella di Imola, guidata da Bruno Solaroli,
ex braccio destro di Vasco Errani. Lo ha seguito il numero uno dei
partigiani di Ravenna, Ivano Artioli e presidente dell’Anpi
Emilia-Romagna: «Ho ricevuto telefonate da tutta la regione. I
partigiani hanno cominciato ad avere molti dubbi soprattutto dopo aver
letto le parole di Giorgio Napolitano», che è sostenitore della riforma.
A smuovere le acque in Emilia ha contribuito anche l’intervento alla
direzione nazionale dem del segretario pd emiliano, Paolo Calvano, che
ha messo sul tavolo la sua tessera Anpi e ha annunciato che pure lui
disobbedirà. Ma il virus del dissenso si è propagato altrove. A Trento,
dove il presidente Sandro Schmid fa sapere che «siamo abbastanza critici
verso la linea decisa nazionale e per questo lasceremo libertà di
coscienza sul referendum». E soprattutto a Bolzano dove il presidente
della sezione, Orfeo Donatini, non usa giri di parole: «Nessuno qui ha
intenzione di costituire comitati per il no. Da queste parti CasaPound
ha raggiunto il 7% e sarebbe un suicidio se schierassimo ideologicamente
la nostra associazione». Molti problemi ci sono anche in Friuli-Venezia
Giulia, a partire da Pordenone. La presidente dell’Anpi di Torino Maria
Grazia Sestero ha schierato la sezione provinciale per il no ma ammette
che «ci sono alcune realtà nella nostra provincia che non condividono
la scelta». E ci sono fibrillazioni anche a Grosseto. Il numero uno dei
partigiani dell’Emilia, Ivano Artioli continua a ripetere la frase
simbolo del comandante Bulow («Abbiamo combattuto assieme per
conquistare la libertà per tutti, per chi c’era, per chi non c’era e
anche per chi era contro») e dopo aver passato la giornata al telefono
con i vecchi compagni riflette a voce alta: «Siamo sicuri che la
battaglia giusta da combattere ora sia quella per il no?» .
Olivio Romanini