lunedì 4 aprile 2016

Repubblica 4.4.16
Michael L. Thomas
“Un reperto unico per forma e contenuto”
intervista di S. B.

«Non solo la forma della scrittura, ma anche il contenuto e soprattutto il contesto». Michael L. Thomas è archeologo, dirige il Centro per gli studi sull’Italia antica all’Università di Austin, in Texas, ed è uno dei due direttori del Mugello Valley Archaeological Project. Nel raccontare la sua scoperta, elenca le ragioni per cui la stele di Poggio Colla potrebbe rivelarsi davvero importante.
La principale?
«È un reperto unico perché è un’iscrizione lunga, rinvenuta in un santuario. Non è uno dei testi tipici a cui eravamo abituati. Perciò speriamo sia capace di raccontarci qualcosa di nuovo sulle credenze del popolo etrusco».
Dove è stata trovata esattamente?
«Era nelle mura di un tempio. La nostra idea è che sia stata scolpita tra il 550 e il 500 a.C. per il primo tempio di Poggio Colla, che era una capanna, e quindi che sia coeva dei buccheri già rinvenuti nella zona. E poi che la stele sia stata riutilizzata per il secondo tempio, costruito con fondamenta e colonne di pietra. In particolare, che fosse inserita nelle mura del podio del tempio, ben visibile. Ma perché questa pietra, perché proprio lì?».
Come è fatto quel sito?
«Il sito comprende quattro o cinque fasi di costruzioni diverse, avvenute probabilmente tra il VI e il II secolo a.C., e per di più in ciascuna fase sono stati riutilizzati i materiali delle precedenti. Quello che sappiamo per certo è che c’era un tempio e che dal secondo secolo il sito è stato abbandonato.