giovedì 28 aprile 2016

Repubblica 28.4.16
Pd in trincea: liste vistate dai prefetti
L’inchiesta campana sta scuotendo i dem. 5Stelle all’attacco: “I cittadini liberino l’Italia da quel partito”
L’Antimafia vota la relazione Bindi: gli enti locali primo varco delle mafie, nessuna forza politica è immune
di Giovanna Casadio

ROMA. «Ci attrezziamo a fare controllare le nostre liste dal prefetto». Franco Mirabelli è da tre mesi il commissario del Pd a Caserta, nella terra dei Casalesi, dove ultima in ordine di tempo è scoppiata l’inchiesta Santa Maria Capua Vetere in cui è coinvolto con l’accusa di concorso esterno per camorra il dem Stefano Graziano. Graziano si è autosospeso dal partito e da presidente dell’assemblea regionale campana. Il Movimento 5Stelle, in match con il Pd in vista delle amministrative, chiede che la giunta regionale sia sciolta. «I cittadini ce ne liberino. Renzi sapeva? Quello di Graziano non è il primo nè sarà l’ultimo scandalo che coinvolge il Pd», denuncia Luigi Di Maio, avellinese e leader grillino. «Sparano alla luna, fanno le anime belle, però nel casertano non presentano il proprio simbolo, facile così non essere infiltrati... il Pd ci prova e fa pulizia». Contrattacca Mirabelli, che è capogruppo in commissione parlamentare antimafia ed è stato mandato non a caso proprio lui in quello che fu il feudo politico di Nicola Cosentino.
E proprio in commissione antimafia Rosy Bindi, la presidente, rilancia l’allarme nella relazione finale sulla trasparenza delle liste: «Le amministrazioni locali sono il primo varco di penetrazione delle mafie nella politica e nella pubblica amministrazione. Il contrasto ai poteri mafiosi non deve essere un elemento di divisione ma di unione, nessuna forza politica è immune dal condizionamento o peggio dall’infiltrazione».
Per il Pd la questione morale è tutta sul tavolo. “Houston, abbiamo un problema, lo sappiamo e lo stiamo affrontando”, hanno detto in una riunione al Nazareno, la sede dei democratici a Roma, i vice segretari Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani. Guerini il 5 maggio sarà a Napoli nell’assemblea del partito convocata dalla segretaria dem Assunta Tartaglione. Ci sarà il governatore De Luca e arriverà anche l’ex segretario Epifani. Guerini elenca intanto le cose da fare in Campania. «Abbiamo imposto che le liste siano chiuse con una settimana di anticipo rispetto al termine previsto, così da consentire la verifica. Sappiamo che nella terra dei Casalesi sono molti i Comuni sciolti e altissimo il rischio di infiltrazione, per questo l’attenzione è alta, il Pd è “appetibile” da parte di chi vuole lucrare una candidatura ». Comunque, questi sono «casi che vengono da lontano, non della segreteria Renzi, senza dare la colpa a nessuno... ma non mettiamo più la polvere sotto il tappeto », è lo sfogo al Nazareno.
Renzi proprio per la Campania annuncia misure di investimenti a Bagnoli, nella Terra dei fuochi e non solo. Il punto di riferimento politico per il premier è in questo momento De Luca. «Terremo aperte le scuole dei quartieri Sanità e Forcella di Napoli anche d’estate », annuncia Renzi. Però nel Pd la tensione sale. Rosaria Capacchione, senatrice dem, ex giornalista in prima linea nella lotta alla camorra, sbotta: «Renzi non mi ha ascoltata». E denuncia il travaso dei voti dalla destra ai Dem.
I vice segretari Guerini e Serracchiani hanno un calendario di incontri settimanali con i dirigenti campani del partito. Per ora nessun altro commissariamento, oltre a quelli già in atto, per il futuro si vedrà.