Repubblica 20.4.16
Riforme, 166 firme del No per il referendum
I parlamentari di opposizione oltre il quorum. e oggi anche il sì deposita il quesito in cassazione
di Silvio Buzzanca
ROMA.
I deputati delle opposizioni si sono presentati ieri in Corte di
Cassazione con le firme necessarie, per presentare la richiesta di
referendum sulle riforme costituzionali. Oggi lo faranno quelli della
maggioranza che le ha votate definitivamente il 12 aprile. Lunedì,
invece, al Palazzaccio si erano presentati quelli del Comitato per il no
alla riforma Boschi: hanno avviato le pratiche per la raccolte delle
500 mila firme per chiedere sempre e comunque la cancellazione delle
modifiche costituzionali.
Il 9 aprile è invece partita
ufficialmente la raccolta delle firme per chiedere l’abrogazione
dell’Italicum. I promotori hanno tempo fino al 9 luglio e la raccolta si
affiancherà a quello sulla riforma Boschi che terminerà qualche giorno
dopo. In tempo per depositare le firme raccolte in Cassazione nel
termine previsto del 30 settembre.
Al momento perciò è certo,
viste le iniziative dei parlamentari, che nel prossimo autunno si voterà
sulle modifiche costituzionali.
L’unica variabile possibile è su
cosa votare. Perché al momento i cittadini dovrebbero essere chiamati a
dire sì o no a tutto il testo. In un prendere o lasciare che non
convince molti. Fra questi i Radicali italiani che propongono di votare
la riforma per parti separate. Per “spacchettare” il testo serve però un
intervento legislativo. E per questo il segretario di Radicali Italiani
Riccardo Magi chiede «a tutti i parlamentari di appoggiare le nostre
proposte che garantirebbero ai cittadini la libertà di scelta».
Dunque
le opposizioni hanno fatto in fretta e sono arrivate prime in
Cassazione dove hanno depositato 166 firme. Sono così andate 40 firme
sopra le 126 adesioni richieste: un quinto dei componenti della Camera.
Lo stesso è avvenuto al Senato dove le firme hanno superato quota 65 e
saranno depositate oggi.
Naturalmente anche un passo tecnico come
la consegna delle firme avviene con molte polemiche. Lo scontro è tutto
sulla presunta torsione plebiscitaria che Matteo Renzi vorrebbe
imprimere al voto di ottobre. «Il premier Matteo Renzi e i suoi possono
stare comodi, non c’è bisogno che si sforzino a raccogliere firme per il
referendum confermativo, ci abbiamo già pensato noi: grazie
all’iniziativa del M5S si sono raggiunte le sottoscrizioni necessarie»,
recita un comunicato del Movimento.
Immediata la replica del Pd.
Fonti del partito fanno sapere che «per evitare inutili polemiche» si è
deciso di presentare le firme della maggioranza dopo quelle delle
opposizioni. Ma Luigi Zanda, il capogruppo, ha ribadito che «nel corso
della discussione in Senato sulla riforma, abbiamo preso l’impegno che
noi avremmo chiesto la conferma degli elettori. Noi che abbiamo voluto
la riforma, che l’abbiamo votata e fatta votare ».