Repubblica 1.4.16
Jobs Act, rivolta dei giovani francesi
Sindacati
e studenti contro la riforma del lavoro. Scontri in molte città: 13
agenti feriti, centinaia di arresti La ministra El Khomri difende la
legge: “Necessaria e giusta”. Battaglia in vista del dibattito in
Parlamento
di A. G.
PARIGI. Si prevede una
primavera molto calda per il governo francese. Sindacati e studenti
hanno organizzato ieri la seconda mobilitazione nazionale contro la
riforma dello statuto dei lavoratori che dovrebbe inserire più
flessibilità e favorire le assunzioni. Il premier Valls ha già emendato
il testo presentato a inizio febbraio, facendo qualche concessione, ma
per molti oppositori non è sufficiente.
Contro la legge El Khomri,
dal nome della giovane ministra del Lavoro, il primo sindacato francese
Cgt e alcune organizzazioni di studenti hanno deciso di scendere
nuovamente in strada. In molti hanno risposto alla chiamata, anche se le
cifre divergono: 1,2 milioni di manifestanti secondo gli organizzatori,
390mila per le autorità. Dati che mostrano comunque un aumento della
mobilitazione rispetto ai primi cortei del 9 marzo. I dati convergono,
invece, sui tafferugli che hanno macchiato la fine delle manifestazioni a
Parigi, Rennes, Nantes, Tolosa e Grenoble: 13 poliziotti hanno
riportato ferite per il lancio di sassi e altri oggetti, un centinaio di
persone sono state fermate.
La protesta contro quello che è
chiamato da molti il “Jobs Act alla francese” ha provocato forti disagi
nel paese: 650 chilometri di code, con treni e metropolitane a
singhiozzo. Bloccati i porti di Le Havre e Rouen, interrotto da
manifestanti il ponte di Normandia che unisce Honfleur a Le Havre.
Spenta e chiusa ai turisti anche la Tour Eiffel per l’agitazione del
personale. Com’era accaduto in Italia, il governo di sinistra si ritrova
ad affrontare l’opposizione di sindacati e di una parte del suo
elettorato ostili alla riforma del mercato del lavoro, ma in questo caso
sull’esecutivo pesa l’impopolarità record di Hollande che è anche a
fine mandato: tra poco più di un anno si vota per le presidenziali. Dopo
aver rinunciato mercoledì al progetto di revisione costituzionale sulla
revoca della nazionalità per i terroristi, potrebbe essere costretto ad
abbandonare anche questa riforma. Valls sembra irremovibile. Per il
premier è una legge «intelligente, audace e necessaria». Se Cgt e la
sigla più a sinistra Force Ouvrière continuano a chiedere di stralciare
la legge El Khomri, la terza organizzazione più importante, Cfdt, non è
più ostile dopo le modifiche apportate dal governo. L’Unef, principale
associazione di studenti e liceali, ha proposto modifiche per ora
rifiutate dal governo. «Sono all’ascolto delle preoccupazioni dei
giovani — ha commentato la ministra Myriam El Khomri — ma questa è una
legge necessaria e giusta».
A fine giornata, sindacati e studenti
hanno annunciato un nuovo appuntamento in piazza per la settimana
prossima. Il pressing rischia di aumentare in vista del dibattito in
parlamento previsto il 3 maggio.