Repubblica 12.4.16
L’amaca
di Michele Serra
SE
esistesse un dio dei generosi e dei giusti, Bernie Sanders, che ha un
meraviglioso programma politico fondato sull’uguaglianza, la fraternità,
la libertà e la laicità (dote rarissima in un leader politico
americano) vincerebbe a sorpresa le primarie democratiche: si troverebbe
di fronte l’ingiudicabile Donald Trump (non esistono voti al di sotto
dello zero) oppure quel tale Cruz che frigge la pancetta sulla canna del
fucile; ne nascerebbe una specie di scontro finale tra radicalismo di
destra e radicalismo di sinistra, con buona pace dei moderati che per
una volta non avrebbero un candidato a loro immagine e somiglianza (come
la sbiadita Clinton, o come lo sbiadito Rubio) e sarebbero costretti a
scegliere, o da una parte o dall’altra. Sempre se quel dio esistesse, i
medesimi moderati dovrebbero finalmente prendere atto che le differenze
tra destra e sinistra esistono, pesano e contano; che il radicalismo di
destra è nazionalista, intollerante, razzista e bigotto, mentre quello
di sinistra, oggi come oggi, ha come massima controindicazione parecchio
utopismo, un poco di dissesto dei conti pubblici, un poco di vaghezza
nella gestione dell’ordine pubblico. Ma il dio dei buoni e dei giusti
non esiste, e dunque almeno uno di questi passaggi politico-psicologici è
destinato a non avverarsi, per il semplice fatto, già ampiamente
verificato in politica, che sarebbe troppo bello.