La Stampa 4.4.16
Appartamento di Bertone. 800 mila euro di spesa nel giallo dei due pagamenti
La Fondazione Bambin Gesù ne ha saldati 422 mila all’impresa Altri 307mila sono stati versati dal cardinale dopo lo scandalo
di Andrea Tornielli
Indagine
La magistratura vaticana ha indagato l’ex presidente del Bambin Gesù
Giuseppe Profiti e l’ex tesoriere Massimo Spina per le spese sostenute
dalla fondazione per ristrutturare la casa del cardinale emerito
Tarcisio Bertone in pieno centro in Vaticano
Per la
ristrutturazione della casa del cardinale Tarcisio Bertone i lavori sono
stati pagati due volte o i due pagamenti riguardano cantieri diversi,
il primo la sistemazione dell’appartamento vero e proprio, il secondo le
opere di edilizia sulle parti comuni del palazzo? È questa la domanda
alla quale deve rispondere la magistratura vaticana che ha indagato l’ex
presidente del Bambin Gesù Giuseppe Profiti e l’ex tesoriere Massimo
Spina. La parte più consistente dei lavori (per un importo di 422 mila
euro) è stata infatti pagata con sette fatture dalla Fondazione
dell’ospedale pediatrico, a fronte del documentato avanzamento dei
lavori. Ma esistono altre fatture, per un importo complessivo di oltre
300 mila euro, che l’impresa Castelli Re di Gianantonio Bandera ha
presentato al Governatorato vaticano, il quale si è poi rivalso sul
cardinale Bertone, chiedendogli di pagare di tasca sua. Cosa che il
porporato ha fatto. La Stampa ha potuto visionare alcune di queste
fatture, che la Castelli Re ha presentato per il pagamento al Vaticano.
La Fondazione paga
La
ditta romana aveva presentato il suo progetto, passato al vaglio della
direzione tecnica del Governatorato. Una parte, la più consistente,
riguardava l’unificazione dei due appartamenti al terzo piano del
Palazzo San Carlo, che avrebbero formato la nuova residenza di Bertone
per un totale di 296 metri quadrati: opere di edilizia, di
consolidamento, rifacimento dei pavimenti, dell’impianto elettrico e di
quello idraulico, del riscaldamento, infissi, arredamenti interni.
Questi lavori sono stati seguiti passo dopo passo e i loro costi
interamente sostenuti dalla Fondazione Bambin Gesù, con sette fatture
emesse e pagate tra il dal 3 dicembre 2013 e il 28 maggio 2014, per un
totale di 422.005 euro, con un aumento del prezzo preventivato pari a
112.005 euro.
Le fatture
Fino ad ora inedite erano rimaste
invece le altre fatture, presentate dalla Castelli Re direttamente al
Governatorato. Si tratta di quattro fatture emesse dall’impresa tra il
giugno e l’ottobre 2014 (dunque tutte successive a quelle pagate dalla
Fondazione Bambin Gesù): la prima in data 3 giugno 2014, per un importo
di 91.324 euro; la seconda e la terza, per un importo di 122.481 euro,
la quarta, infine, in data 10 ottobre per un importo di 135.036 euro.
Nel documento riassuntivo della Direzione dei Servici Tecnici del
Governatorato (commessa n. 504629) si legge questo riepilogo generale
dei costi: la ditta Castelli Re aveva presentato un preventivo di
307.676 euro, al quale si sono aggiunte opere per 29.372 euro, per un
totale finale di 337.048 euro. Le maestranze e i materiali messi a
disposizione dallo Stato della Città del Vaticano ammontano a 27.812
euro, quelli di ditte terze (né Vaticano, né Castelli Re) ammontano a
5.684 euro. In tutto, questa parte di lavori, costa 370.544 euro. Nel
documento dei Servizi Tecnici del Governatorato si fa riferimento
all’impegno del cardinale Bertone - preso attraverso una lettera datata 9
novembre 2013 - a versare un contributo di 307.676 euro, cioè l’esatto
ammontare preventivato al Governatorato dalla Castelli Re.
Conto da 792 mila euro
Ricapitolando,
se si mettono insieme le spese sostenute dalla Fondazione Bambin Gesù,
quelle sostenute dal cardinale Bertone e quelle delle maestranze del
Governatorato, si arriva a un costo complessivo di 792.544 euro. Questi
soldi sono stati tutti spesi unicamente per unire i due appartamenti e
ristrutturarli? No, perché è noto che oltre ai lavori riguardanti
l’appartamento di Bertone al terzo piano, la Castelli Re si è occupata
anche del rifacimento di parti comuni, a cominciare dal tetto del
Palazzo San Carlo. La casa del cardinale, infatti, non è un attico.
L’ampio terrazzo è condominiale e utilizzabile da tutti gli inquilini.
Erano necessari lavori perché l’impermeabilizzazione non teneva più e
filtrava acqua. Inoltre la Castelli Re ha operato anche nelle cantine,
dunque in altre parti comuni del palazzo.
Quelle diciture differenti
È
interessante notare che, mentre le fatture inviate per l’incasso alla
Fondazione Bambin Gesù recano la dicitura «Ristrutturazione locali terzo
piano Palazzo San Carlo», ed è sempre elencato lo stato avanzamento
lavori con il dettaglio di tutti gli interventi edilizi e impiantistici
relativi all’appartamento, le fatture inviate dalla Castelli Re al
Governatorato portano come dicitura «Opere edili ed affini per la
ristrutturazione dell’appartamento del Segretario di Stato emerito
ubicato al 3° piano del palazzo San Carlo». Si parla cioè soltanto di
«opere edili». Erano questi i costi delle parti comuni del palazzo?
L’ipotesi del pm vaticano
Va
notata però anche un’altra differenza. Mentre in queste fatture della
Castelli Re non si parla di impiantistica, i relativi certificati di
pagamento della Direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato portano
una dicitura diversa: «Ristrutturazione edile e impiantistica degli
appartamenti al terzo piano» del palazzo San Carlo. Nei suoi ordini di
pagamento, insomma, il Governatorato sembra pagare per l’intera
ristrutturazione della casa di Bertone, e non solo per le opere comuni.
Ma la somma per quella ristrutturazione interna, nel momento in cui il
Governatorato fa i bonifici alla Castelli Re, era in realtà già stata
pagata dalla Fondazione Bambin Gesù, che aveva commissionato il progetto
all’impresa e ne aveva approvato il capitolato dopo averlo sottoposto
al cardinale Bertone. Da qui l’ipotesi della magistratura vaticana di
lavori pagati due volte. Se i cantieri della stessa ditta erano due, uno
per la nuova casa di Bertone e l’altro per i lavori sul tetto e nelle
cantine del palazzo San Carlo, e a questi ultimi lavori facevano
riferimento le fatture presentate al Vaticano, perché il Governatorato
avrebbe chiesto al cardinale di pagare anche per opere edili riguardanti
le parti comuni? E perché Bertone avrebbe dovuto risarcire il
Governatorato e non invece la Fondazione Bambin Gesù, che aveva invece
sborsato 422.000 euro per i lavori di edilizia e di impiantistica del
suo appartamento?