La Stampa 30.4.16
E lo spin doctor Usa avvisa il premier
“Non personalizzare il referendum”
Jim Messina, già consigliere di Obama, invita alla cautela
di Alessandro Di Matteo
Non
sarà facile convincere Matteo Renzi, il premier ha da tempo deciso che
il referendum costituzionale sarà la vera sfida finale agli avversari
interni ed esterni al Pd, ma nelle ultime settimane qualche invito alla
cautela è arrivato. In particolare, raccontano, è stato Jim Messina, lo
spin-doctor che ha lavorato con Barack Obama e arruolato proprio per la
campagna referendaria, a suggerire prudenza sul referendum
costituzionale.
Messina ha cominciato a incontrare nella sede Pd
anche i principali dirigenti di partito, a partire dai capigruppo
parlamentari Rosato e Zanda e dalla responsabile comunicazione Alessia
Rotta. A tutti, Messina avrebbe dato un suggerimento: per il referendum
di ottobre meglio evitare la politicizzazione, il giudizio sul governo, e
concentrarsi sul merito delle riforme, insistere sulla riduzione dei
parlamentari, sulla semplificazione del meccanismo decisionale del
Parlamento.
Di sicuro, il ragionamento di Messina deve avere fatto
breccia, se Maria Elena Boschi, ospite da Lilly Gruber, ha spiegato che
il referendum «non sarà un giudizio su Renzi, si voterà sul merito
delle riforme». In Parlamento spiegano così le parole della Boschi:
«Messina ritiene che con un gradimento per Renzi poco sopra al 30%, come
è negli ultimi tempi, non è prudente politicizzare il voto. Mentre se
si chiede a un cittadino qualunque se vuole tenere il Senato com’è ora o
cambiarlo come dice la riforma, la risposta è a favore della riforma a
maggioranza schiacciante...».
Renzi, raccontano, è perfettamente
consapevole del rischio. Ma il premier, spiega chi lo conosce bene, è
anche convinto che la vittoria dei sì non è comunque in discussione e
che al limite potrà aumentare un po’ la quota dei no, ma non tanto da
ribaltare il risultato. «Lui vuole incassare la vittoria politica.
Perché se vince il sì, anche di poco, dopo non ce ne sarebbe più per
nessuno».
Anche per questo la minoranza per ora non ha detto
chiaramente come si comporterà sul referendum. Si attendono le
amministrative: se dalle urne uscisse un segnale molto negativo per
Renzi, la sinistra Pd potrebbe essere tentata dal no al referendum, con
l’argomento che il segretario-premier lo ha trasformato nella prova
generale del partito della nazione. Proprio il motivo per cui lo spin
doctor Usa invita a tenere un profilo basso. Renzi, però, per ora
ribadisce la sfida: «Sto personalizzando? - ha ripetuto ieri - Ma se
perdi una sfida epocale come quella delle riforme, che fai? Dici che i
cittadini si sono sbagliati? No, te ne vai, sta nella logica dei fatti».