La Stampa 1.4.16
Il Tar riapre il caso degli scontrini di Renzi quando era sindaco
Da lunedì il M5Stelle potrà accedere alle spese di rappresentanza del premier a palazzo Vecchio
di Francesco Maesano
Pranzi
e cene, fiori e doni: da lunedì il M5S proverà ad accedere al dettaglio
delle spese di rappresentanza sostenute da Matteo Renzi tra il 2009 e
il 2014 quando era sindaco di Firenze. Lo farà appellandosi a una
complessa sentenza pronunciata ieri dal Tar che si presta a più di
un’interpretazione politica.
Partiamo dall’inizio. Lo scorso anno
due consiglieri comunali Cinquestelle avevano chiesto
all’amministrazione di poter dare un’occhiata agli scontrini e alle
fatture relativi all’attività del premier quando era a Palazzo Vecchio.
Circa un migliaio di ricevute e rimborsi spese. La risposta del
segretario generale del Comune è arrivata con cinque giorni di ritardo
rispetto ai termini di legge, quando ormai il movimento aveva presentato
istanza al Tar. E qui c’è il primo elemento. Per questa ragione il
Comune è stato condannato al pagamento delle spese legali, una decisione
che il Movimento ha utilizzato per cantare vittoria rispetto alla
richiesta iniziale.
Ma il ricorso di ieri è stato dichiarato
improcedibile, e qui è stato il Pd a cantare vittoria, in quanto per il
tribunale la pretesa è da ritenersi «adeguatamente soddisfatta» dalla
risposta fornita dal Comune che, per quanto tardivamente, aveva chiesto
ai consiglieri di specificare quale delle voci di spesa volessero essere
visionate invece di produrre tutti i documenti relativi al quinquennio.
Il
Tar, però, è andato oltre, ribadendo il principio di accesso agli atti e
stabilendo un percorso entro il quale il M5S potrà presentare nuove
richieste sugli stessi documenti a patto che risolva la «conclamata
disomogeneità delle voci di spesa in questione». Cioè, che raggruppi le
richieste quantomeno per entità. Ecco perché ieri sia Pd che M5S hanno
rivendicato la sentenza come un successo politico, trasformando la
polemica in un surreale botta e risposta.
Il vicecapogruppo Pd a
Firenze, Andrea Ceccarelli, ha attaccato: «Il loro ricorso è stato
rigettato e, inoltre, la sentenza chiarisce che, di fronte a richieste
generiche e poco comprensibili, quali le loro, la risposta del Comune
non poteva essere più esauriente di quanto non sia stata».
Gli ha
risposto Luigi Di Maio: «Ora non ci sono più scuse: il Comune di Firenze
dovrà tirare fuori gli scontrini di Renzi. Ma a questo punto perché
Renzi, se non ha nulla da nascondere, non li pubblica direttamente
lui?». Ma al leader in pectore del Movimento è arrivata la risposta Pd
di Andrea Romano: «Il M5S prova a suonare la grancassa sulla vicenda
degli scontrini ma finisce suonato. La Corte dei Conti era stata già
chiarissima sulla vicenda, ora anche il Tar rigetta il ricorso portato
avanti dai consiglieri a 5 stelle. Insomma l’ennesima bufala dei
grillini».
Nella ridda di dichiarazioni anche il senatore Pd
Stefano Esposito per il quale «il Tar di Firenze ha definito
improcedibile il ricorso presentato dai consiglieri comunali di
Casaleggio&Co sulle spese di rappresentanza dei sindaci Renzi e
Nardella, ma loro, in preda a stato confusionale con un preoccupante
distacco dalla realtà, dichiarano a raffica che il tribunale gli ha dato
ragione. L’episodio, che arriva dopo le prodezze di Quarto, Livorno,
Bagheria, ci conferma che il M5S è un’autentica mina vagante, totalmente
impreparata a governare. Chi non sa leggere un atto giudiziario non è
in grado di amministrare un condominio. Figuriamoci un Comune».
Ennesima
replica in serata di Alessandro Di Battista che in transatlantico ha
rilanciato. «I cittadini di Firenze non possono pagare le ruffianate
fatte al presidente del Consiglio al sindaco Nardella. Non saranno
troppi soldi, si tratta di circa 3000 euro. Ma perché devono pagarli i
fiorentini? Li metta Nardella di tasca sua».
Ma cosa si aspettano
di trovare i Cinquestelle in quella lista? «Noi non abbiamo nessun
pregiudizio - ha spiegato il deputato toscano Alfonso Bonafede - ma si
tratta di spese particolarmente alte. I cittadini hanno il diritto di
sapere cosa c’è dentro. Daremo tutte le indicazioni e tutte le
precisazioni che servono».