La Stampa 12.4.16
Harlem Désir
L’ex leader socialista
“Primarie? È Hollande il candidato all’Eliseo”
di Francesca Schianchi
«Io
penso che Hollande sia il candidato naturale della sinistra». Oggi
sottosegretario agli Affari europei, fino a due anni fa Harlem Désir era
il segretario del Partito socialista. «Spero sia il candidato, e penso
che le riforme che questo governo ha fatto, la trasformazione economica
del Paese, le misure di sostegno alla ricerca e all’innovazione,
porteranno il risultato, e le primarie non saranno necessarie. Nel 2011
nessun candidato si imponeva a priori: per un presidente dopo il primo
mandato è logico unirsi dietro la sua candidatura», prosegue Désir,
seduto su una poltroncina di un elegante salone del Quay d’Orsay, il
ministero degli Esteri francese. Eppure, i vertici del partito
socialista le chiedono, spaventati dalle percentuali di popolarità del
presidente in carica, ridotte a livelli preoccupanti. Tanto che lui, il
presidente impopolare, giovedì sera si presenterà in tv, a cercare di
recuperare simpatie e la possibilità di ricandidarsi senza passare per
umilianti primarie. Una chiamata ai gazebo che, concede l’ex segretario
socialista, «alcuni dicono bisognerebbe comunque fare, per riunire tutta
la sinistra fin dal primo turno ed essere sicuri di qualificarsi al
secondo». Già, perché in un sistema «tripartitico» con un Front National
«molto forte, la dispersione al primo turno può essere mortale»,
ammette Désir, evocando lo spettro della gauche francese, il
ballottaggio Chirac-Le Pen del 2002, con il candidato socialista Jospin
uscito di scena al primo turno. Accanto alla caduta in picchiata di
popolarità di Hollande, sale invece l’attenzione per un altro uomo di
governo, il giovane ministro dell’Economia Emmanuel Macron, che ha
fondato una settimana fa il suo movimento «En marche!». Désir non dubita
della sua «lealtà» verso Hollande, «hanno lavorato insieme». «Da anni
in Francia c’è un dibattito sulla necessità di rinnovare la vita
politica, e i partiti sono più o meno consci di questo», dice. Forse per
quello, Hollande rischia la ricandidatura.