il manifesto 27.4.16
Europa
Diecimila i minori scomparsi nel nulla
Migranti . Allarme Europol sui bambini arrivati in Europa di cui si sono perse le tracce negli ultimi due anni
di Manfredi Barbareschi
BRUXELLES
Diecimila minorenni. Se ne sono perse le tracce sul territorio europeo
negli ultimi due anni e molti potrebbero essere finiti nelle mani di
organizzazioni criminali dedite al traffico di esseri umani e allo
sfruttamento della prostituzione.
La notizia sembrerebbe
inverosimile se i soggetti in questione non fossero migranti, categoria
sistematicamente privata di alcuni dei diritti umani più basilari, anche
dopo l’arrivo sui territori Ue.
A lanciare l’allarme sui bambini
scomparsi è stata l’Europol, l’organismo di polizia a livello
comunitario, che precisa che in Italia sarebbero 5mila. La questione è
stata discussa giovedì scorso al Parlamento europeo durante una riunione
della Commissione per le libertà civili a Bruxelles.
L’Europa si
trova a far fronte a un’ondata di rifugiati senza precedenti nella sua
storia recente e l’attuale impasse politica rischia di aggravare la
situazione dei gruppi di migranti più vulnerabili, ovvero i più giovani.
Oltre
allo stress psicologico causato dalla separazione dalla propria
famiglia, che avviene nel Paese di origine o in maniera accidentale nei
luoghi di transito affollati come le frontiere o le stazioni
ferroviarie, i bambini sono una categoria particolarmente a rischio di
abusi in quanto vengono considerati dai trafficanti come veri e propri
oggetti da smerciare sui mercati mondiali.
Tuttavia, non è solo il
caso a far cadere i minori nelle mani dei criminali. Le condizioni di
vita degradanti nei centri di accoglienza, la lunghezza insopportabile
del processo burocratico per l’assegnazione dell’asilo e l’impossibilità
di raggiungere il Paese europeo prescelto sono tutte ragioni che
influiscono sulla scelta di molti giovani migranti di tentare la sorte e
fuggire.
La realtà è che esistono pochi dati certi riguardanti il
destino di chi sceglie di seguire questa via. L’Ong per i diritti dei
minori Save the Children stima che i bambini scomparsi in Europa siano
addirittura 20mila, il doppio di quanto affermato dall’Europol.
Secondo
i dati pubblicati dall’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite
per i rifugiati, il 35% dei migranti arrivati nei territori dell’Unione
Europea a partire dal primo gennaio 2016 è minorenne.
Tra questi
ci sono molti giovani che viaggiano senza un accompagnatore che si
prenda cura di loro. Basti pensare che nel solo 2015 sono state oltre
85mila le richieste di asilo sporte da minorenni non accompagnati, una
cifra triplicata rispetto al 2014.
E se da un lato crescono in
maniera esponenziale le cifre relative agli arrivi dei rifugiati in
Europa, dall’altro aumenta anche il ricavo delle organizzazioni
criminali specializzate nelle tratta di esseri umani.
L’Europol
stima che il traffico di migranti clandestini abbia fruttato tra i 3 e i
6 miliardi di euro nel solo 2015. Un profitto destinato a «raddoppiare o
a triplicare se la crisi dovesse proseguire nel 2016», veniva scritto
in un rapporto ufficiale Europol pubblicato pochi mesi fa.
Un giro
di vite contro gli scafisti e i criminali che gestiscono in maniera
illegale i flussi di migranti è fondamentale, ha affermato davanti agli
eurodeputati Dietrich Neumann, responsabile dei servizi corporate
dell’Europol, poiché le organizzazioni che portano i migranti in Europa
sono le stesse responsabili per la tratta degli esseri umani nei
territori Ue.
Nel database dell’agenzia finalizzata a combattere
il crimine all’interno dell’Unione Europea ci sono oltre 40mila
sospetti, di 100 nazionalità diverse. Tuttavia, le risorse attuali non
bastano per combattere quello che, dati alla mano, è il mercato
criminale con la maggiore crescita in Europa.
Non esiste ancora
una proposta legislativa a livello comunitario per tentare di arginare
questo fenomeno. L’incontro di giovedì scorso è servito anche a sondare
il terreno per quanto riguarda le misure che possono essere adottate.
Il
democristiano olandese Jeroen Lenaers ha proposto di iniziare a
registrare in maniera sistematica anche i migranti al di sotto dei 14
anni, cosa che al momento non avviene in Europa. Secondo Lenaers, in
questo modo si eviterebbe che i minori possano scomparire del tutto dai
radar dei Paesi membri dell’Ue.
Diverso invece l’approccio di
Barbara Spinelli che ha puntato il dito contro i governi responsabili di
trattamenti disumani nei confronti dei migranti, fattore che spinge
sempre più giovani a una fuga disperata dai centri di accoglienza.
In particolare, secondo Spinelli, la mancanza di cibo distribuito ai bambini è uno dei dati più preoccupanti.
«A
Chios a bambini di 6 mesi vengono dati 100 millilitri di latte al
giorno» ha spiegato Spinelli, chiedendosi «se non sia il caso di
considerare la riduzione drastica del latte dato a un neonato come una
forma di tortura perseguibile come tale».
Anche Laura Ferrara,
eurodeputata del Movimento 5 Stelle, ha espresso un parere critico nei
confronti delle condizioni di vita nei centri di accoglienza per
migranti. Secondo Ferrara, la mancanza di tutori volontari e la
conseguente nomina del gestore del centro stesso come tutore temporaneo
delinea un chiaro conflitto di interessi. D’altro canto, riferisce
l’eurodeputata pentastellata, ci sono casi in cui un singolo tutore
volontario è responsabile allo stesso tempo per 70 minori non
accompagnati, il che rende «umanamente impossibile» riuscire a seguire
con la dovuta attenzione ogni bambino.
Secondo numerose Ong che
lavorano in questo campo, la creazione di una normativa europea comune
servirebbe a permettere la condivisione delle informazioni riguardanti i
minori scomparsi, consentendo dunque di allargare la ricerca di un
giovane migrante scomparso a più Paesi.
Al momento invece la
risoluzione del problema grava sui singoli governi, che raramente
scelgono di unire i loro sforzi. Ad oggi, quindi, la certezza è una
sola: l’Europa non è in grado di dire cosa sia successo a queste
migliaia di bambini scomparsi sul suo territorio.