Corriere 8.4.16
Bersani
«Scoperchiato il vaso di Pandora, i ministeri sono ormai espropriati
Il voto sulle trivelle? Scelgo il no»
intervista di Monica Guerzoni
L’ex segretario: per sradicarmi da certi valori serve un fisico che Renzi non ha
ROMA
In quella «rissa di insulti telefonici» che affiora dalle carte di
Potenza, Pier Luigi Bersani non vuole entrare. Ma il suo «scoramento» è
forte e l’ex segretario Pd mette in guardia il premier da se stesso:
«Come denuncia Galli della Loggia, Renzi corre il rischio di un
isolamento arrogante. Il suo nuovo inizio ha desertificato il Pd e
creato una serie di yes men e yes women».
C’è aria di spallata?
«Io
sono per la stabilità del governo, con forti correzioni nei meccanismi
di decisione. L’emendamento su Tempa Rossa ha scoperchiato il vaso di
Pandora. Si sta prendendo l’abitudine di assumere decisioni non lineari,
senza rispettare i ruoli istituzionali».
Troppo potere accentrato a Palazzo Chigi?
«Io
vedo un sistema di decisioni in circuiti troppo stretti e troppo spesso
extracorporei. È un problema serissimo, è ora di mettere un alt.
Fermare il conflitto di interessi con delle norme è una cosa da fare ma
qualche volta è come fermare l’acqua con le mani, il punto è il rispetto
delle funzioni istituzionali. Il Parlamento non può essere chiamato
ogni giorno a un voto di fiducia, il Cdm deve fare il Cdm e i ministeri
non possono essere aggirati, a cominciare dalle nomine».
Nelle
intercettazioni spuntano i nomi, oltre che di Lotti e Guerra, anche di
De Vincenti e Finocchiaro, un tempo vicini a D’Alema. E si parla di un
dossier contro Delrio...
«Non drammatizzo, lo attribuisco al clima
di frustrazione che serpeggia nei ministeri, che percepiscono di essere
bypassati ed espropriati a livello politico e burocratico. Emergono due
questioni. La prima riguarda il quadretto di società civile che Dino
Risi, se fosse vivo, aggiungerebbe ai Mostri . Questo signore (Gianluca
Gemelli, ndr ) su Twitter spara contro la casta e poi lucra sulla sua
relazione col ministro Guidi per prendersi dei subappalti».
La seconda questione?
«L’inchiesta
di Potenza disvela un problema enorme a cui dobbiamo mettere
urgentissimo rimedio. Si può mai pensare di ribaltare tutto il sistema
autorizzativo del ciclo degli idrocarburi con un emendamento a una legge
di Stabilità, coperchiata dalla fiducia? Decisioni del genere devono
essere prese in trasparenza e in discussioni visibili. Non tutto è
burocrazia. Nel ventunesimo secolo esiste un’opinione pubblica. Un’opera
attraversa sempre una democrazia, se te lo dimentichi prendi una
scorciatoia che allunga la strada. Voglio vedere adesso chi fa Tempa
Rossa».
Renzi accusa i pm di bloccare le opere.
«Sconsiglio di aprire guerre con la magistratura. Riformarla è un compito del governo».
La Boschi deve dimettersi?
«Le
colpe dei padri non ricadono sui figli, però io non reggerei a un
disagio di questo genere. C’è da dire che io sono di un’altra
generazione e adesso ce n’è ben altra...».
Per Cuperlo, Renzi ha l’arroganza del capo, non la statura del leader. Concorda?
«Io
mi stupisco di chi si stupisce. A Galli della Loggia mi permetto di
dire, visto che ho il copyright, che la “ditta” non è la nomenklatura, è
una comunità di memoria, sono i valori dell’Ulivo. Renzi sin
dall’inizio disse “prima di me il diluvio” e dunque non intendeva
rottamare, ma sradicare. Rottamare Bersani è un gioco da ragazzi. In
nome del collettivo, come si è visto, si rottama da solo. È a sradicarlo
da quei valori che ci vuole un fisico che Renzi non ha, perché come
Bersani nel Pd ce ne sono a migliaia».
Perché, invece di vivere da separati in casa, non fondate un altro partito a sinistra?
«No,
c’è un sacco di gente che non vuole lasciare il Pd a quella deriva di
sradicamento. Non si esce e, come in direzione, si combatte in nome del
Pd in condizioni molto difficili».
Voterà sulle trivelle?
«Dire
che su un referendum indetto dal Pd non si va a votare è una pezza
peggiore del buco, quindi io ci andrò. È stato commesso un errore,
perché con qualche riunione poteva essere evitato e lo dice uno che si
trovò a fare il ministro dell’Industria quando all’Ambiente c’era
Pecoraro Scanio, non Galletti».
Come concilierà industrialismo e ambientalismo? Se vota no, spaccherà la sinistra.
«Fra
gli amici dell’ambiente ci vuole qualcuno che voti no. Nei prossimi 30
anni abbiamo una sola possibilità, le nozze tra efficienza energetica,
gas e rinnovabili. Quale spaccatura della sinistra? In un referendum
indetto dal Pd ognuno vota secondo convinzione e sensibilità. Su questi
temi ho lavorato sette anni, so bene che per una cultura ulivista è
agevole fare norme che uniscano sensibilità ambientale e innovazione
industriale».
Giachetti non è un leader all’altezza di Roma?
«È
l’enormità del problema che dà la misura dei candidati. Non ci ho
trovato nulla di insultante in quel che ha detto D’Alema. E a proposito
di lealtà, avendo sostenuto la Moretti e la Paita sono pronto a
sostenere anche Giachetti. A patto di poter dire dove si sbaglia».
Come voterà al referendum costituzionale?
«Sul
Senato non si scherza, dovremo chiarirci. Vale sicuramente un principio
di lealtà, ma ci sono caveat insuperabili quando si allude a plebisciti
o nuovi partiti».
E il forfait a Porta a Porta ?
«Non ho titoli per censurare un professionista come Vespa, ma dividere la mia serata col figlio di Riina era troppo» .