mercoledì 27 aprile 2016

Corriere 27.4.16
Ecco perché diventiamo (è la prima volta) meno longevi
di Margherita De Bac

I numeri della Sanità pubblica: migliorano i bilanci delle Regioni, ma la spesa per ogni cittadino è squilibrata fra Nord e Sud. Nel rapporto Osservasalute 2015 sulla salute risalta l’allarme sulla longevità che s’accorcia: «È successo anche ai danesi. Loro hanno reagito pedonalizzando le città». Aumentano gli sportivi, lo sport fa proseliti, gli appassionati aumentano, mentre calano i fumatori. L’obesità continua la scalata, come avviene da dieci anni a questa parte. E questo significa che più persone sono a rischio di malattie cardiovascolari. Sale il consumo di antidepressivi, e soprattutto, per la prima volta l’Italia vede diminuire l’aspettativa di vita. Punti deboli del sistema: meno prevenzione, poche vaccinazioni. La ricerca delinea un Paese a due facce. Quale sia la vera si capirà nei prossimi anni, sostengono i ricercatori dell’Osservatorio.
M ezzo pieno o mezzo vuoto? Il bicchiere della sanità pubblica italiana può essere visto in ambedue i modi. Migliorano i bilanci delle Regioni, ma la spesa per ogni cittadino è squilibrata fra Nord e Sud. Aumentano gli sportivi e calano i fumatori. In compenso l’obesità continua la scalata, come avviene da 10 anni. Significa che più persone sono a rischio di malattie cardiovascolari, dunque la mortalità può crescere. E ancora: sale il consumo di antidepressivi, dato dalla doppia lettura perché se da una parte c’è maggiore sensibilità al male dell’anima, dall’altra c’è più richiesta di cure. Soprattutto: per la prima volta l’Italia vede diminuire l’aspettativa di vita. Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio sulla salute: «21 anni fa è successo alla Danimarca, intervenuta con misure forti, strutturali e non a spot, ad esempio la pedonalizzazione delle città». Il rapporto Osservasalute 2015, con il confronto 2014-2013, dipinge un Paese a due facce. Quale sia la vera si capirà nei prossimi anni. Il volume è frutto del lavoro di 180 ricercatori di università, agenzie, assessorati, aziende sanitarie e istituti pubblici che hanno raccolto indicatori statistici ufficiali. «Non c’è da stare allegri nonostante qualche sprazzo di luce» è la conclusione poco ottimista di Alessandro Solipaca, segretario scientifico dell’Osservatorio.