martedì 26 aprile 2016

Corriere 26.4.16
E contro l’Isis Barack ordina la (prima) cyber guerra
di Guido Olimpio

A Obama piace la guerra che si vede poco. Quella dei droni, dei caccia e dei commandos che colpiscono e spariscono. Uomini ombra mandati dietro le linee. Ora, al loro fianco, agiranno altri «invisibili», i «national mission teams», i militari del Cyber Command. La struttura, nata solo sei anni fa e pensata per duellare con le potenze rivali, dovrà occuparsi del Califfo con un’offensiva a tutto campo, i cui dettagli — scarsi — sono stati rivelati da sito Daily Beast e New York Times. Il piano studiato dagli strateghi del Pentagono per i suoi «cyberguerrieri» poggia su sei cardini. Primo: infiltrazione del web utilizzato dai jihadisti. Secondo: sorveglianza della rete usata da alcuni dirigenti del Califfato. I soldati studieranno mosse, abitudini, ordini in modo da costruirne i profili e capirne le abitudini. Così potranno «imitarli» per diffondere messaggi errati oppure false informazioni. Terzo: attacchi contro i sistemi bancari usati dai jihadisti. Quarto: mosse per interrompere i collegamenti e ostacolare il passaggio di disposizioni dai leader ai seguaci. Quinto: incursioni, sempre via Internet, per aumentare la diffidenza e la paranoia degli islamisti, ossessionati dalla sicurezza. E se le fonti hanno deciso di parlare ai media per rivelare le decisioni della Casa Bianca è proprio a questo fine: insinuare il dubbio nelle file dei mujaheddin. Sesto: raccolta di dati utili alla caccia dei capi dell’Isis e alle linee di finanziamento. Il Times aggiunge che l’idea di aprire questo fronte è del presidente. In una serie di incontri con collaboratori e generali ha ricordato come il budget a disposizione dello spionaggio sia imponente. Il progetto è stato al centro di un dibattito perché l’Nsa, la famosa agenzia che dispone di antenne e «orecchi» elettronici a livello globale, avrebbe mostrato qualche resistenza. Gli ufficiali temono infatti di svelare tattiche che preferiscono riservare agli avversari strategici, dalla Russia alla Cina. Inoltre ritengono che i seguaci di Al Baghdadi, una volta scoperti di essere sotto attacco, possano adottare contromisure. Una ripetizione di quanto è avvenuto con i telefonini e le radio. I terroristi da tempo si proteggono con cellulari criptati oppure ricorrono a quelli usa e getta per non lasciare tracce. Aspetti emersi in modo evidente dopo la strage di Parigi.