Corriere 2.4.16
Dall’attico alla cascina con parco Ecco le mega case di altri cardinali
Tra privilegi e dicerie. «Solo polemiche, molte abitazioni vecchie e da ristrutturare»
di Fabrizio Caccia
ROMA
«Ci sarà una trentina di cardinali che vive in appartamenti anche più
grandi del mio...», ha detto, sfogandosi ieri col Corriere della Sera ,
l’ex segretario di Stato Tarcisio Bertone. Sarà vero?
All’immenso
patrimonio immobiliare della Santa Sede, il giornalista Gianluigi Nuzzi,
sotto processo per Vatileaks, ha dedicato un capitolo del libro «Via
Crucis», con un elenco di inquilini eccellenti, perlopiù cardinali, che a
canone zero godrebbero di appartamenti-monstre.
Uno di questi è
il cardinale Ennio Antonelli, 79 anni: secondo «Via Crucis» vivrebbe in
una casa — nel Palazzo di San Callisto a Trastevere — la cui superficie
lorda è pari a 440, 70 metri quadri.
Ci risponde al telefono il
suo segretario, gentilissimo, che vive anche lui nella casa e definisce
«una polemica penosa» questa sulle presunte regge dei cardinali: «Perché
le vite che conducono sono normalissime e per niente sfarzose — dice
l’uomo —. Tanti di loro sono anziani e allettati. Eppoi la casa dove
viviamo noi non è così grande! Non solo: quando il cardinale Antonelli
venne ad abitarci, portò con sé i due genitori anziani e la badante. E
oggi oltre a me, ci sono anche due suore, un assistente e due giovani
seminaristi che studiano qui a Roma. La verità è che sono case antiche,
all’inizio del secolo le facevano così e sono difficili da
ristrutturare. Nella nostra, ad esempio, c’è solo un attacco del gas. E
metà della superficie è occupata da un solo, grande corridoio centrale».
Si
favoleggia, però, che nello stesso palazzo di San Callisto un altro
cardinale, il francese Paul Poupard (superficie lorda, 442,90 metri
quadri), abbia tra le sue pertinenze una cantina delle meraviglie, con
vini pregiatissimi: «Non ci sono cantine in questo palazzo — replica il
segretario del cardinale Antonelli —. Nei sotterranei ci sono solo i
magazzini della Libreria Editrice Vaticana. I cardinali hanno a
disposizione delle soffitte. E non credo convenga tenerci dei vini».
Sempre
a San Callisto, poi, abitano i cardinali Lozano Barragan (465,61 mq),
Stafford (453,63), Vegliò (407,25), Turkson (338,40), ma l’appartamento
più grande, pari a 472,05 mq, è abitato dal vicedecano del collegio
cardinalizio, Roger Etchegaray, 93 anni: «Il cardinale Etchegaray sta
sulla sedia a rotelle», risponde piccato il nostro interlocutore.
Insomma,
niente lussi né eccessi, anzi nella maggior parte dei casi una vita
parca e spesa in compagnia delle devote suorine che li assistono, come
l’indiano Lourdusamy, morto un anno fa, che nella casa di Borgo Pio
(320,15 mq) ospitava ben sette religiose del suo Paese. E lo stesso fa
oggi il cardinale africano Arinze (353,50 mq), sempre a Borgo Pio.
Condivide la sua bella casa con le suore.
Eppure, nell’altro
bestseller all’origine di Vatileaks, il libro «Avarizia» di Emiliano
Fittipaldi, non mancano esempi di privilegi assurdi come il «buen
retiro» che si autoassegnò il potente cardinale Domenico Calcagno,
presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede
apostolica), con «appartamento e cascina immersi in una ventina di
ettari all’interno della tenuta San Giuseppe sulla Laurentina».
Una
nostra fonte di Curia descrive come «principesca» anche la casa
dell’arciprete Angelo Comastri («800 mq a Palazzo dei Canonici, con i
quadri di Raffaello alle pareti...») per non parlare de «l’attico e
superattico da far invidia a Bertone» del cardinale slovacco Jozef Tomko
a Palazzo dei Convertendi di via della Conciliazione. E poi sempre
nella stessa via: «I 700 metri quadri del cardinale Sandri» così come le
dimore senza prezzo dei cardinali Martino, Saraiva Martins e Joao Braz
de Aviz: «Case realizzate negli Anni 30 e 40 con sale del trono e
cappelle private come si costruivano per la nobiltà romana — conclude la
fonte —. Perché questo erano, per il Concordato, i cardinali: principi
del sangue».