Repubblica 22.3.16
Riforme, la Boschi rilancia “Elezione diretta al Quirinale”
Ancora
tensione con la minoranza del Pd che aveva deciso di disertare la
direzione del partito. Cuperlo: “Basta improvvisazioni, serve cautela”
di Giovanna Casadio
ROMA.
Cade un altro tabù della sinistra: il presidenzialismo. La ministra
delle Riforme, Maria Elena Boschi annuncia che l’elezione diretta del
presidente della Repubblica «si può prevedere ». Boschi poi precisa
l’affer-mazione. Dice che si può prendere in considerazione di eleggere
direttamente il capo dello Stato, cosa non prevista nell’attuale riforma
della Costituzione, però ipotizzabile in futuro a patto che «si
modifichino i compiti e il ruolo del presidente della Repubblica».
Reazione
immediata e indignata del leader di Sinistra dem, Gianni Cuperlo: «Mi
sembra ci sia una certa tendenza all’improvvisazione, mentre su
argomenti che riguardano l’edificio istituzionale e la Costituzione ci
vorrebbe cautela. Quando ancora si sta discutendo della riforma
costituzionale, gettare la palla un chilometro più avanti non vedo a
quale risultato miri».
La tensione tra i Democratici non accenna a
calare. Ieri la Direzione del partito, quella della resa dei conti, è
stata rinviata per il lutto che ha colpito l’Italia per la morte delle
sette studentesse Erasmus. Il vice segretario Lorenzo Guerini ha
informato i leader della minoranza della proposta di Matteo Renzi e di
Matteo Orfini, il presidente del partito, di fare slittare il
“parlamentino” al 4 aprile. Tutti d’accordo. Ma non c’è tregua. Le
ultime uscite del premier-segretario che avvertiva “facciamo i conti,
basta piccole beghe”, avevano convinto gran parte della minoranza a
disertare la direzione. «Siamo pronti a farlo anche il 4 aprile, se i
toni da parte di Renzi non cambiano», mormorano ancora. Roberto Speranza
sarebbe il più tentato dall’Aventino. Cuperlo, no: «Le scelte
aventiniane non pagano », spiega.
Ci sarà tempo per parlarne: le
riunioni della sinistra dem sono state a loro volta annullate.
Difficilmente gli animi si distenderanno dal momento che in settimana si
riunisce la commissione di garanzia presieduta da Gianni Dal Moro per
valutare il ricorso di Antonio Bassolino sulle primarie-caos di Napoli.
Anna Maria Carloni, moglie di Bassolino, deputata, è pessimista: «È un
verdetto già scritto». A quel punto Bassolino sceglierà se correre lo
stesso per il Comune. «Tutte in piedi le ragioni dello scontro:
l’alleanza con Verdini, le primarie, il referendum sulle trivelle su cui
è stata decisa l’astensione senza averne discusso, i sondaggi sulle
amministrative e il rischio di tagliare i ponti a sinistra», osserva
Nico Stumpo. Miguel Gotor, senatore bersaniano, aveva iniziato la
giornata con un tweet sarcastico: «Domani facciamo i conti... dopodomani
i marchesi e domenica i principi».