La Stampa 2.3.16
Pedofilia, i giudici contro Pell: “Non poteva non sapere”
Il cardinale in difficoltà, ma il Papa: massima fiducia
di Giacomo Galeazzi
Il
Papa, spiegano in Curia, gli ha confermato piena fiducia, ma nella
deposizione sugli abusi del clero pedofilo il cardinale George Pell non
convince la commissione d’inchiesta che da domenica respinge come «non
plausibile» l’autodifesa dell’attuale ministro vaticano delle Finanze.
Il giallo dei trasferimenti
«Pell
non poteva non sapere che il prete pedofilo seriale Gerald Ridsdale
commetteva abusi su ragazzini mentre lavorava al suo fianco nella
diocesi di Ballarat, dove è stato viceparroco fra il 1973 e il 1983»,
obietta Gail Furness, legale della commissione australiana,
concentrandosi sul ruolo di Pell come braccio destro dell’allora vescovo
di Ballarat, Ronald Mulkearns, a cui lo stesso Pell ha attribuito la
responsabilità di aver trasferito da una parrocchia all’altra Ridsdale,
ora in carcere per scontare la pena di 138 reati ai danni di 53 minori.
L’interrogatorio del porporato richiama l’attenzione dei media mondiali e
imbarazza la Santa Sede replicando il clamore per i guai giudiziari di
altri esponenti di primo piano delle gerarchie ecclesiastiche come
Bernard Law e prima di lui Paul Marcinkus. Finora le domande
dell’avvocato Furness e del presidente della commissione, il giudice
Peter McClellan, si sono concentrate su una riunione presieduta dal
vescovo Mulkearns nel 1982, a cui Pell era presente e documenti della
commissione attestano che erano già noti gli abusi di Ridsdale.
Nella
riunione incriminata fu deciso di trasferire il prete pedofilo in
un’altra parrocchia per la sesta volta. Pell sostiene che nessuno glielo
aveva detto. E aggiunge che quella degli innumerevoli abusi commessi da
Ridsdale era «una storia triste ma non era di grande interesse per me».
In Vaticano ribattono che nelle deposizioni alla commissione «Pell non
si è mai contraddetto» e che «non è emersa alcuna sua responsabilità
diretta negli insabbiamenti degli scandali». E «in mancanza di prove e
riscontri oggettivi alle contestazioni che gli sono state rivolte non
c’è motivo per cui debba lasciare il suo incarico in Curia». Ma uno dei
genitori delle vittime del clero pedofilo, Anthony Foster contesta:«Alle
indagini della polizia australiana, il cardinale oppone lo status di
cittadino vaticano per sottrarsi a provvedimenti». E «chi indaga sugli
abusi trova ostacoli burocratici e ha le mani legate». Contro la
pedofilia «serve più coraggio», ammette il cardinale di Ancona, Edoardo
Menichelli.