La Stampa 15.3.16
Bagnasco: “I bambini non sono cose da produrre”
di Andrea Tornielli
I
bambini «non sono cose da produrre». Lo ha detto Angelo Bagnasco,
aprendo ieri pomeriggio a Genova i lavori del Consiglio permanente della
Cei. Il cardinale ha criticato la pratica dell’utero in affitto e
l’approvazione delle unioni civili, lanciando l’allarme denatalità.
Il
presidente dei vescovi denuncia la «deriva individualista, radicale e
liberista», sottolineando che è «diritto dei bambini non diventare
oggetto di diritto per nessuno, poiché non sono cose da produrre. Tanto
più che certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi alle
spalle dei più poveri, specialmente delle donne e dei loro corpi».
L’amore «non giustifica tutto», ha aggiunto, e «i bambini hanno diritto a
un padre e una madre», come affermato anche dal Tribunale dell’Aia. Il
cardinale ha chiesto che si semplifichino e si accelerino le procedure
di adozione, perché possano avere risposta le migliaia di richieste.
Bagnasco
ha quindi parlato di un clima che «vuole cambiare le categorie
elementari dell’umano», un clima «aggressivo nei confronti di chi la
pensa diversamente», che «esalta a gran voce democrazia e libertà, ma a
condizione che nessuno esca dalle righe stabilite». Il cardinale ha
ricordato che, di fronte alla crisi economica, la famiglia «ancora una
volta dà prova di essere il perno della rete sociale», il «più grande
capitale di impresa e di solidarietà, un tesoro da non indebolire e
disperdere con omologazioni infondate, trattando nello stesso modo
realtà diverse. Da una parte si rivendicano le differenze sul piano
culturale e, dall’altra - ha aggiunto riferendosi alla legge Cirinnà -
le si negano sul piano normativo, creando di fatto delle situazioni
paramatrimoniali».
Per Bagnasco un vero e proprio allarme sono poi
i dati Istat sulla natalità: nel 2015 a fronte di 653.000 decessi, le
nascite sono state 488.000, mentre 100.000 italiani hanno lasciato il
Paese. «È il sintomo di una crisi più profonda di quella economica. La
famiglia, grembo della vita, e l’occupazione, sono le cose concrete a
cui il popolo guarda con preoccupazione crescente. Ed è su queste
emergenze che la gente vuole vedere la politica impegnata giorno e notte
per misure urgenti e concrete. Sono questi i veri passi con cui
presentarsi in Europa a testa alta!».
Infine, il cardinale ha
ricordato i martiri cristiani e «tragico esodo di migranti e rifugiati».
Dall’inizio del 2015 «sono morte 4200 persone, di cui 330 bambini solo
nel Mar Egeo! Che spettacolo dà di sé l’Europa?». Può l’Europa, culla di
civiltà e diritti, si è chiesto il cardinale «erigere muri e scavare
fossati?». Il presidente della Cei ha ribadito che «l’indifferenza
globale è qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio».