il manifesto 5.3.16
Da Pantelleria i voli top secret degli Stati uniti
di Antonio Mazzeo
Intelligence.
L’uso dei due scali siciliani per le attività delle forze armate Usa in
Nord Africa era stato denunciato un anno fa circa da alcuni blogger
tunisini. Allora però si trattava di missioni che interessavano
esclusivamente la Tunisia nelle aree di Monte Chaambi, Djebal Salloum e
Foussena, al confine con l’Algeria (dove erano in corso violenti
combattimenti tra le forze armate e i gruppi ribelli) e,
successivamente, Sousse (la località turistica dove si è consumata
l’efferata strage dei turisti in spiaggia), Hammamet e Bargou
(governatorato di Siliana). Ora che Washington e la Nato minacciano di
sferrare un attacco aeronavale in Libia, le operazioni d’intelligence
sono state estese anche a buona parte del territorio settentrionale
libico
Dalla Sicilia non solo droni per le operazioni
di guerra in Libia. Us Africom, il comando statunitense per gli
interventi nel continente africano, sta utilizzando un aereo spia che
decolla quotidianamente dall’isola di Pantelleria o dall’aeroporto
«civile» di Catania Fontanarossa per monitorare una vasta area tra la
Libia e la Tunisia. Il velivolo è di proprietà dell’Aircraft Logistics
Group Llc, società contractor del Dipartimento della difesa con sede a
Oklahoma City, il cui vicepresidente è l’ex generale Peter J. Hennessey,
già responsabile delle attività logistiche dell’Us Air Force durante
l’operazione Enduring Freedom in Afghanistan.
I tracciati radar
più recenti documentano che l’aereo dotato di sofisticate
apparecchiature d’intelligence, sorveglianza e riconoscimento ha
eseguito due missioni lo scorso 1 marzo. Decollato alle ore 5.34 da
Fontanarossa, il Super King si è diretto sino a Misurata; dopo aver
sorvolato per circa un’ora le coste ad ovest della città libica, l’aereo
si è diretto a Pantelleria da dove è ripartito ancora verso la Libia
alle 16.35 per atterrare infine in serata a Fontanarossa. Il giorno
precedente, l’aereo-spia aveva percorso una rotta molto più contorta nel
Mediterraneo volando ancora da Pantelleria sino a Misurata. Differenti
le destinazioni invece il 26, 27 e 28 febbraio, quando da Catania e
Pantelleria il Super King di Us Africom aveva raggiunto la Tunisia per
sorvolare Sousse, Sfax, Monastir e le città più interne di al-Qaraiwan e
Ouled Chamekh.
L’uso dei due scali siciliani per le attività
delle forze armate Usa in Nord Africa era stato denunciato un anno fa
circa da alcuni blogger tunisini. Allora però si trattava di missioni
che interessavano esclusivamente la Tunisia nelle aree di Monte Chaambi,
Djebal Salloum e Foussena, al confine con l’Algeria (dove erano in
corso violenti combattimenti tra le forze armate e i gruppi ribelli) e,
successivamente, Sousse (la località turistica dove si è consumata
l’efferata strage dei turisti in spiaggia), Hammamet e Bargou
(governatorato di Siliana). Ora che Washington e la Nato minacciano di
sferrare un attacco aeronavale in Libia, le operazioni d’intelligence
sono state estese anche a buona parte del territorio settentrionale
libico.
Rispondendo nel giugno 2015 ad alcune interrogazioni del
M5S, il ministero della difesa aveva ammesso di aver autorizzato Us
Africom a «rischierare sino al 31 maggio 2015 sulla base aerea di
Pantelleria un assetto civile non armato e gestito da una compagnia
privata, al fine di consentire l’esecuzione di missioni di
riconoscimento e sorveglianza nel Nordafrica (a fronte delle quali non
si è al corrente di specifici accordi fra la Tunisia e gli Stati
uniti)». Il ministero aggiungeva che in base di un «apposito accordo
tecnico di contingenza», il distaccamento dell’Aeronautica italiana
forniva ai contractor Usa un «limitato supporto tecnico-logistico» e che
l’Ambasciata Usa aveva comunque avanzato una richiesta di proroga sino
alla fine del 2015 «attualmente in fase di valutazione da parte dello
Stato maggiore».
La proroga è stata accordata senza che il
Parlamento venisse poi informato. Pantelleria è stata utilizzata in
questi ultimi mesi anche per gli scali tecnici di velivoli in dotazione
alle forze speciali Usa impegnate in missioni top secret in Libia. Lo
scorso 14 dicembre sarebbe atterrato nell’isola un aereo C-146A
«Wolfhound» proveniente dalla base aerea di al-Watiyah a sud ovest di
Tripoli. Che Pantelleria sia destinata a fare da vera e propria
«portaerei naturale» per i prossimi raid multinazionali in Libia è
provato dal vertice tenutosi il 5 febbraio presso il locale
distaccamento dell’Aeronautica tra il responsabile del 3° Reparto dello
Stato Maggiore, gen. Gianni Candotti e il gen. David M. Rodriguez,
comandante in capo di Us Africom. «La visita è proseguita con un tour
presso le strutture di Pantelleria, tra cui lo storico ed imponente
hangar, scavato all’interno di una piccola montagna», riporta una nota
emessa dal Comando aereo.