Corriere 2.3.16
Stragi naziste in Italia, i morti sono 22 mila
Censite 5.300 atrocità contro civili o partigiani catturati. un convegno a Milano
di Antonio Carioti
Il
mosaico è sempre più completo e i numeri fanno impressione: 5.300
episodi di violenza su civili o partigiani catturati, circa 22 mila
morti. L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, realizzato
grazie a un finanziamento del governo federale tedesco, sarà presentato
ai primi di aprile al ministero degli Esteri, ma già si possono
anticipare alcune cifre, come avverrà nel seminario riguardante il Nord
Ovest in programma domani e dopodomani a Milano presso la Casa della
Memoria.
«Abbiamo escluso i caduti in combattimento e individuato
tre periodi di picco delle atrocità: nel Sud subito dopo l’8 settembre
1943; nell’estate 1944 durante la ritirata tedesca verso la Linea
Gotica; al termine del conflitto, nell’aprile-maggio 1945», riferisce lo
storico Paolo Pezzino, direttore scientifico del progetto di ricerca
promosso dall’Istituto per la storia del movimento di liberazione
(Insmli) e dall’Associazione partigiani (Anpi).
«Sono circa 4-500 —
prosegue lo studioso — i reparti del Terzo Reich e della Rsi
responsabili di stragi. Tra i tedeschi si distinguono la 16ª divisione
SS e la Hermann Goering, che compiono eccidi di massa. I fascisti
agiscono da soli nel 19 per cento degli episodi: di solito uccidono i
partigiani o chi li aiuta, in modo più mirato».
Interessante è
anche la tipologia delle violenze: «Il 28 per cento dei morti — dice
Pezzino — viene soppresso nel corso di rappresaglie, il 27 nei
rastrellamenti, l’8 nelle stragi “eliminazioniste” che annientano intere
comunità. L’87 per cento dei caduti sono maschi, il 73 per cento in età
dai 17 ai 55 anni. Tutti dati che presto saranno consultabili nel sito
www.straginaziste.it».
Ci sono poi specificità territoriali,
spiega Luigi Borgomaneri, che ha esaminato il caso lombardo: «Mentre in
Toscana prevalgono i massacri attuati dai tedeschi in funzione militare,
in Lombardia domina la guerra civile: le violenze durante l’occupazione
sono compiute in maggioranza dai fascisti, con uno stillicidio di due o
tre morti al giorno; i nazisti invece uccidono perlopiù nel settembre
del 1943 e nella primavera del 1945».