Corriere 19.3.16
Il sì di Renzi (che in cambio chiede flessibilità)
di Marco Galluzzo
BRUXELLES
 Nell’incontro con il commissario economico, Pierre Moscovici, con il 
presidente del Pse, il bulgaro Sergej Stanisov e con il presidente del 
Parlamento, Martin Schulz, si fa il punto sul prossimo incontro a Roma. 
L’appuntamento è per la fine di maggio, tutti i capi di governo 
socialisti riuniti nella capitale, come avvenuto a Parigi qualche giorno
 fa, ma questa volta per mettere nero su bianco la proposta di una fetta
 della Ue, quella che appartiene alla famiglia socialista, rivolta alla 
Commissione e al Consiglio.
Matteo Renzi ha indubbiamente un ruolo
 di traino: «Proporremo lo scorporo dei cofinanziamenti nazionali dei 
progetti europei dalle regole di bilancio». E la proposta in 
elaborazione prevede un’estensione della attuali regole sullo scorporo: 
almeno da uno a tre anni, dunque due anni di flessibilità in più per 
quei Paesi che intendono sostenere la crescita con una politica 
economica espansiva. Ma non solo: «Il tema degli eurobond è tutt’altro 
che tramontato», chiosa lo stesso premier al termine del Consiglio. È il
 punto che sta più a cuore a Renzi, che ne discute anche nel corso di un
 bilaterale con la cancelliera: l’Italia in fondo non ha fatto 
resistenza all’accordo con la Turchia, si spera che a giugno i tedeschi e
 i Paesi che di solito si accodano alla posizione di Berlino, siano 
collaborativi come sono stati i governi a guida socialista sul tema 
migranti. «L’accordo con la Turchia — dice il premier al termine del 
Consiglio — rispetta i paletti che non solo noi avevamo posto, ora dalle
 parole bisogna passare ai fatti, e c’è un esplicito riferimento ai 
diritti umani, alla libertà di stampa, ai valori fondamentali della Ue 
». Subito dopo torna al punto economico: «Credo che una strategia di 
politica economica che non tenga conto degli investimenti e della 
possibilità di ridurre le tasse, anche attraverso la flessibilità, sia 
assurda. L’iniziativa della Bce è sacrosanta, ma se non c’è politica 
economica fondata su investimenti, creazione di infrastrutture e 
riduzione fiscale non vinceremo mai la sfida alla deflazione».
 
