lunedì 14 marzo 2016

Corriere 14.3.16
Vassallo (Pd)
«I problemi delle primarie non si risolvono per legge»
intervista di Al. T.

ROMA «Le regole sono utili ma non risolveranno i guai delle primarie». Salvatore Vassallo, membro della commissione di garanzia del Pd, spiega che la soluzione non è quella. Con una premessa.
Quale?
«Che le primarie sono come la democrazia: un pessimo metodo, fatta eccezione per tutti gli altri. Non solo: non esiste un partito con una democrazia interna così sviluppata».
Ammetterà che c’è un problema con le primarie.
«Gli attacchi riflettono un’avversione sistematica e culturalmente radicata. Da parte di chi viene dalla tradizione della Dc dorotea, dove tutto si faceva e si disfaceva tra correnti. Dagli eredi del Pci togliattiano. E da chi è incline a criticare i partiti a prescindere».
I casi denunciati a Napoli le sembrano gravi?
«La prima cosa da dire è che non sembra ci siano state irregolarità nel procedimento. E sembra che le operazioni ai seggi si siano svolte correttamente».
Fuori, però, si diceva per chi votare e si regalavano euro agli elettori.
«Bisogna capire l’entità del fenomeno. Ma siamo nella dinamica, purtroppo nota, di un voto organizzato. Da un punto di vista tecnico e giuridico è lo stesso che capitava quando un iscritto del Pci emiliano chiedeva al segretario di sezione per chi votare. Sono cose diverse, dal punto di vista etico. Ma distinguerle per legge pare difficile».
Sta dicendo che è un fenomeno normale?
«Il fenomeno di elettori orientati da altri è sempre esistito. Fenomeno che non apprezzo e non condivido, ma difficile da trattare con la legge. A meno che non ci sia un documentato voto di scambio. D’altra parte le primarie aperte, in cui votano in molti, sono il modo migliore per diluire il peso del consenso organizzato».
Dunque una legge non servirebbe?
«Nel marzo 2011 Veltroni, Castagnetti e io firmammo un progetto che regolamentava le primarie. Una legge sarebbe utile ma non risolverebbe i problemi di cui si parla».
La minoranza Pd chiede gli albi degli elettori.
«Gli albi esistono dal 2007. Quello che si chiede è la preregistrazione. Ora per votare, si dichiara di essere un elettore Pd, e si vota. Preregistrandosi, si crea un albo che precede le primarie».
E non aiuterebbe?
«No, la logica del partito aperto è quella di coinvolgere il maggior numero di persone possibili. Più si mettono filtri, più si disincentiva la partecipazione delle persone libere, più aumenta il peso del voto organizzato».