martedì 9 febbraio 2016

Repubblica 9.2.16
Trapianti falliti e falsi curriculum il super chirurgo messo alla porta
Macchiarini licenziato dall’ospedale dei Nobel ascesa e caduta dell’ultimo mago del bisturi
di Michele Bocci

FIRENZE. Si definiva “il più grande del mondo” e in tanti annuivano, oggi la sua carriera sta crollando e il suo disastro personale coinvolge anche il Karolinska Institutet di Stoccolma, l’ospedale del Nobel. Aveva già lasciato macerie dietro di sé in Italia e travolto la vita di una producer televisiva statunitense che pensava di sposarsi con lui davanti al Papa e a Obama. Paolo Macchiarini è stato il chirurgo dei superlativi, l’uomo della frontiera della medicina, il primo a trapiantare la trachea utilizzando le staminali. Perfetto da raccontare, con quel carattere burbero e il sorriso da donnaiolo. Le copertine delle riviste scientifiche, le prime pagine dei giornali di tutto il pianeta, anche quella del
New York Times,
si sono moltiplicate negli anni come gli inviti ad operare nei centri più prestigiosi. Tutto questo sta scomparendo: dietro al chirurgo dalla mano impareggiabile spunta un uomo che mente nel curriculum, falsifica i risultati degli interventi, chiede soldi ai malati per curarli privatamente. Il Karolinska ha appena deciso che a novembre il suo contratto si chiuderà e non verrà rinnovato e il segretario dell’assemblea dei Nobel si è dimesso perché era tra quelli che lo avevano chiamato a Stoccolma. Nel frattempo il medico italiano non può più operare, deve solo mettere insieme le sue cose e avviarsi verso la porta. In Italia, il tribunale di Firenze aspetta di decidere se condannarlo per peculato, falso, abuso d’ufficio e forse truffa.
La parabola del chirurgo toscano di Viareggio sembra scritta per un film. Non gli assomiglia fisicamente, ma ricorda il Di Caprio di “Prova a prendermi” per la sua capacità di persuadere. «Macchiarini è la forma estrema di truffatore»: la descrizione definitiva porta la firma di Ronauld Schouten, professore di psichiatria Harvard, ed l’ha scritta
Vanity Fair Usa
in un lungo articolo sulla storia tra il medico e la producer americana.
“A Barcellona il primo trapianto di trachea al mondo”. È il novembre del 2008 quando le agenzie battono la notizia. La tecnica l’ha inventata un chirurgo toscano, Paolo Macchiarini, che si concede qualche rivincita. «Sono un cervello in fuga. Me ne sono andato dall’Italia perché a Pisa volevo fare un concorso ma mi dissero che i vincitori erano decisi». L’allora assessore toscano Enrico Rossi gli chiede di rientrare, al policlinico di Careggi. Lui vuole il titolo accademico ma l’università non accetta di prenderlo per chiamata diretta perché nel curriculum ci sono cose non vere. Rossi lo arruola comunque come ospedaliero. È il 2010, Macchiarini a Firenze si fa vedere alcuni giorni al mese e litiga praticamente con tutti. «Ma ha le mani d’oro», lo difendono i suoi rari sostenitori. Nel settembre del 2012 arrivano i Nas e lo arrestano. Resterà ai domiciliari tre settimane. La Regione decide di dirgli addio. Oggi è sotto processo, con alcuni collaboratori, per abuso d’ufficio, falso, per indicazioni “gonfiate” sulla gravità degli interventi, e peculato. Va deciso se rinviarlo a giudizio anche per truffa. Avrebbe chiesto oltre 100mila euro ad alcuni malati di cancro per operarli nel privato.
Dal 2010 Macchiarini collabora con il Karolinska, dove arriva dopo interventi in mezzo mondo, dagli Usa alla Russia. Nel 2011 fa il primo trapianto di trachea artificiale e sono di nuovo prime pagine. Ma alcuni professori del centro svedese sono scettici e nel 2014 scrivono una lettera su tre interventi finiti con la morte di due pazienti e un lungo ricovero del terzo. Non si contesta l’esito ma la violazione del codice etico e il fatto che in sei lavori scientifici le operazioni sono descritte come un successo. Il Karolinska nomina un investigatore esterno che parla di cattiva condotta scientifica. Anders Hamste, vicerettore dell’Università, a settembre 2015 decide però di “assolverlo”. Sembra finita ma non lo è. Nel gennaio scorso Vanity Fair Usa pubblica una storia che, anche se non riguarda le sue capacità mediche, assesta probabilmente il colpo finale al mito Macchiarini. Una produttrice della Nbc, Benita Alexander, racconta la storia d’amore con quel chirurgo italiano che aveva conosciuto per un programma: dall’innamoramento ai viaggi insieme, dalla richiesta di matrimonio del Natale 2013 all’organizzazione delle nozze per l’11 luglio 2015. Si dovevano svolgere a Castel Gandolfo, celebrate dal Papa. Tra gli invitati, gli Obama, i Clinton, Putin. A cantare sarebbe stato Bocelli e al catering ci avrebbe pensato l’Enoteca Pinchiorri. Tutto falso, ovviamente. Benita Alexander più avanti scopre che Macchiarini era pure ancora sposato. Il matrimonio salta, ma l’articolo diventa rilevante per la carriera del chirurgo, visto che mette in dubbio alcune delle esperienze che ha inserito nel curriculum. In più una tv svedese manda in onda un documentario in tre puntate nel quale tra l’altro si avanza l’ipotesi che il medico non abbia discusso i rischi degli interventi con i suoi malati, in particolare con una donna russa che prima dell’operazione non era grave ma dopo è morta.
Il Karolinska si muove, la settimana scorsa scrive alla rivista Science dicendo di non rinnovargli l’incarico di visiting professor e avvia una nuova indagine esterna. Il direttore esecutivo Lars Heikensten spiega: «Gli errori nella gestione del caso Macchiarini hanno minato la reputazione del Karolinska». Il caso va risolto per «ripristinare la fiducia del pubblico, della comunità scientifica, dello staff e degli studenti». E siamo a sabato scorso quando Urban Lendahl, genestista svedese tra coloro che avevano chiamato Macchiarini a Stoccolma, si dimette dall’incarico di segretario generale dell’Assemblea del Nobel presso l’istituto e dal comitato per il Nobel per la medicina, uscendo anche dalla Nobel foundation. Lendahl lascia «perché potrebbe essere coinvolto nell’indagine avviata dal Karolinska Institutet». E così oggi Macchiarini è rimasto probabilmente l’unico a definirsi “il più grande del mondo”.
Con i suoi interventi alla trachea era diventato una star della medicina. Poi una lunga serie di disavventure, anche giudiziarie Dalle nozze bufala con una giornalista americana al mancato rinnovo del contratto con il Karolinska di Stoccolma.