giovedì 18 febbraio 2016

Repubblica 18.2.16
Volata di Sanders aggancia Hillary il Nevada è in bilico
Alla vigilia del caucus democratico di sabato, Bernie recupera 20 punti nei sondaggi. Clinton in allarme
Secondo Cnn/Orc Poll, Hillary ha il 48% dei consensi contro il 47% di Bernie Sanders
di Federico Rampini

SAN FRANCISCO. La velocità di aggancio è mozzafiato, spettacolare. Ora perfino il sorpasso diventa possibile? Bernie Sanders viaggia sull’onda del “momentum”, l’impeto generato dalla sua vittoria nella primaria del New Hampshire. E in una settimana sembra aver agguantato Hillary Clinton anche nel Nevada. Dove l’ex segretario di Stato partiva con un vantaggio apparentemente incolmabile, dell’ordine di 20 punti percentuali secondo i sondaggi ancora una settimana fa. Il Grande Ovest diventa una terra contesa? Il Nevada è un test cruciale, nelle battaglie tra i candidati democratici e quelli repubblicani per la nomination. Che stavolta avranno votazioni separate e distinte: sabato il “caucus” democratico, martedì quello repubblicano. Dall’altra parte degli Stati Uniti si vota in South Carolina. Siamo sempre in Stati piccoli, ma i due test sono cruciali per le caratteristiche etniche dell’elettorato. L’Iowa era il Midwest, il New Hampshire era il New England. Ora ci si sposta a Sud (South Carolina) per il primo confronto dove pesa, soprattutto tra i democratici, la componente afroamericana. A Ovest, si pronuncerà una robusta constituency di origini ispaniche: anche questa è forte in particolare nell’elettorato democratico. Conquistare il Nevada vuol dire “prenotarsi” possibili successi in ben altri serbatoi di voti ispanici: Arizona, New Mexico, soprattutto la gigantesca California che è il più popoloso degli Stati Usa e una cassaforte essenziale di voti di sinistra.
Perciò ieri ha avuto un effetto- shock, quando sugli schermi della Cnn è apparso questo annuncio di Breaking News: «Gli elettori democratici che pensano di partecipare al caucus nel Nevada si suddividono in parti quasi eguali fra Hillary Clinton e Bernie Sanders». Il sondaggio effettuato da Cnn e Orc Poll cancella l’immenso vantaggio di cui la Clinton godeva in altre indagini demoscopiche fino a pochi giorni prima. Di colpo per la Cnn anche il Nevada diventa una “gara molto ravvicinata” tra i due contendenti: 48% per Hillary contro il 47% per Sanders. Uno scarto minimo, inferiore al margine di errore statistico, e suscettibile di altri cambiamenti prima di sabato. Hillary conquista ancora la maggioranza delle donne ma Sanders la batte nelle fasce di età più giovani, fra tutti coloro che hanno meno di 55 anni. Tra i repubblicani lo stesso sondaggio
Cnn vede Donald Trump staccare i rivali con il 45% delle intenzioni di voto. Sarebbe sbagliato attribuire troppa importanza ad un solo sondaggio. Ma il campanello di allarme per l’organizzazione elettorale della Clinton è già scattato. Da giorni l’ex First Lady ed ex segretario di Stato ha adottato una posizione più aggressiva verso Sanders. I due messaggi che Hillary sta martellando sono questi: primo, Sanders è un sognatore che entusiasma i giovani ma non ha il pragmatismo per portare a casa le riforme che promette; secondo, il senatore “socialdemocratico” del Vermont è un candidato mono-tematico che riconduce tutto al tema delle diseguaglianze e allo strapotere di Wall Street. «Sono d’accordo con lui per ridurre l’influenza delle grandi banche — ripete la Clinton — ma anche quando avremo ridimensionato Wall Street, non per questo avremo risolto altre piaghe della nostra società come il razzismo e il sessismo». Insomma la Clinton si sforza di ridurre Sanders al candidato di Occupy Wall Street, riservando a se stessa una visione più ampia e teoricamente più appetibile per le donne o gli immigrati.
Il calcolo dei suoi strateghi elettorali era questo: il 74enne Sanders poteva raccogliere successi negli Stati del Nord, più vicini al suo Vermont, più bianchi e intellettuali; ma la Clinton avrebbe raccolto i frutti del suo lavoro di lungo periodo tra le constituency nere e ispaniche, tra i sindacati, tra le organizzazioni di massa del collateralismo democratico. Se è vero che il Nevada ora è in bilico, significa che tutti quei calcoli fatti a freddo vanno ripensati daccapo, sull’onda del “movimento Sanders” e del suo effetto-contagio. Il test del Nevada darà sia a destra che a sinistra nuove occasioni per dividersi sull’immigrazione. Un dato interessante emerge da tutti quegli Stati dell’Ovest che hanno visto ridursi l’immigrazione clandestina con punte del meno 40% in Arizona e meno 12,5% in California: l’economia ne è stata danneggiata, ma qualche risparmio si è verificato nelle spese per Welfare, sanità e istruzione.