Repubblica 12.2.16
Ta-Nehisi Coates
“Mio figlio mi ha convinto: scelgo Bernie”
intervista di Amy Goodman
Ta-Nehisi
Coates, autore del libro cult Between the World and Me ha criticato
duramente Bernie Sanders per aver detto, al Black and Brown Forum
dell’Iowa, di non appoggiare gli indennizzi per la schiavitù, perché
tema «troppo controverso».
Cosa pensa dei risultati di voto in New Hampshire?
«Non
mi sarei mai aspettato che un socialista dichiarato potesse ottenere
quei numeri ed entrare in lizza per la nomination del Partito
Democratico. Sono impressionato. Perché il passato di Hillary Clinton mi
preoccupa. Mi inquietano le posizioni che aveva negli Anni ’90, quando
vennero fatte leggi disgustose in termini di giustizia penale. Mi
preoccupa che si fa pagare 600mila dollari da Goldman Sachs per le
conferenze. Così, potendo scegliere e visto che non deve essere
un’incoronazione, penso che il risultato sia una buona cosa».
Lei
ha criticato Sanders per la sua opposizione ai risarcimenti per la
schiavitù, ma lui sostiene che i soldi alle comunità nere vanno dati, ma
investendo sui posti di lavoro. Contro le disuguaglianze.
«Sono
d’accordo che bisogna combattere le disparità economiche. Solo, la
questione di classe, per gli afroamericani, si pone in maniera diversa
rispetto alle altre comunità. Non si può fare un confronto diretto tra
la classe media afroamericana e la classe media bianca, tra
afroamericani ricchi e bianchi ricchi. La ricchezza dei neri è comunque
sempre minore. I quartieri dei neri sono sempre peggiori. Come le
istituzioni e i servizi a loro dedicati. Quindi è sbagliata l’idea che
ci possa essere una politica onnicomprensiva, per risolvere cose in
realtà molto specifiche».
Tornando a Sanders...
«Mi
aspettavo di più. Ma come ho già detto mi entusiasma vedere che nel
Partito Democratico c’è un’opzione radicale, inconfondibilmente di
sinistra. Solo, noi che siamo di sinistra dobbiamo essere i primi ad
accettare l’idea che i neri sono stati specificamente colpiti e ci
devono essere dei rimedi specifici, altrimenti non ci sono più speranze.
In questo senso, scusatemi, mi aspetto di più dal senatore Sanders che
dalla senatrice Clinton».
Questo vuol dire che voterà per Sanders?
«Sì,
lo voterò. Ho cercato finora di evitare questa domanda perché sono un
giornalista e voglio tenere separato il mio ruolo dal mio essere anche
un privato cittadino. Ma non credo serva a molto schivare la domanda.
Sì, lo voterò. Mi ha convinto mio figlio».