mercoledì 24 febbraio 2016

Ma Bergoglio era in viaggio... E lo può dimostrare con molti testimoni credibili
Repubblica 24.2.16
Muore impiegata, giallo a Santa Marta
È un’eritrea incinta che soffriva di diabete. Aperta un’inchiesta: solo l’autopsia chiarirà le cause
La Domus Sanctae Marthae, nota anche come Casa di Santa Marta, è l’edificio del Vaticano, presso la Basilica di San Pietro, che ospita papa Bergoglio
È stato il fratello a dare l’allarme, non la sentiva da giorni. Il corpo era in decomposizione. La vicenda della collaboratrice del Papa finisce anche sulla stampa internazionale
di Federica Angeli


ROMA. Il giallo della morte della collaboratrice del Papa trovata senza vita nel suo appartamento lo scorso venerdì finisce in procura e sulla stampa internazionale. Anche se di giallo, al momento, sembra esserci poco, «si tratta pur sempre di una dipendente del Papa», dicono gli inquirenti. E quindi si indaga a tutto campo. Miriam Wuolou, 34 anni, lavorava alla reception di Casa Santa Marta, il pensionato d’Oltretevere dove risiede papa Francesco, ed è stata trovata cadavere venerdì nella sua casa, alla periferia nord di Roma. Da giorni il fratello non aveva sue notizie e ha dato l’allarme al 112. Quindi la brutta scoperta. Sarà l’autopsia, disposta dalla procura, a stabilire le cause del decesso. Ad oggi quel che si sa è che la donna, di origine eritrea, era al settimo mese di gravidanza ma da alcune settimane non andava al lavoro per problemi di salute. Soffriva di una grave forma di diabete tanto che i medici avevano definito a rischio la sua gravidanza. Per questo da settimane aveva lasciato la reception della domus ecclesiastica.
Dal una prima ispezione del medico legale sul cadavere non ci sarebbero segni di violenza. In Vaticano, dove si seguono con attenzione gli sviluppi del caso, oltre al fatto che la donna soffriva di diabete, si sottolinea di non conoscere quale fosse la sua situazione familiare, e si resta in attesa degli ulteriori esiti delle indagini condotte dalle competenti autorità italiane. I carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci, insieme a quelli del Ris, hanno eseguito un accurato sopralluogo nell’abitazione e tutto sembrava in ordine. La pista del malore e quindi della morte per cause naturali, resta quella più probabile. Ma nulla viene lasciato al caso e il pubblico ministero Mario Palazzi ha disposto accertamenti per escludere il peggio. Dalle prime indagini emerge che la donna era da tempo sofferente di diabete e doveva seguire una terapia a base di insulina. La gravidanza avanzata potrebbe avere complicato il quadro clinico della donna causandole un malore improvviso. Ma l’autopsia dovrà anche stabilire perché quel cadavere era già in stato di decomposizione. La morte risalirebbe a diversi giorni prima del ritrovamento ed è strano che il coniuge non si sia accorto di nulla. Miriam infatti era sposata dal 2014 con un italiano ma da alcune testimonianze sarebbe emerso che l’uomo, già ascoltato dai carabinieri assieme al fratello della donna, non viveva stabilmente con lei. Circostanza questa che ha portato la magistratura a chiedere ai consulenti a cui è affidato l’esame autoptico di accertare il dna del feto. Proprio per non lasciare nulla inesplorato.