martedì 9 febbraio 2016

La Stampa 9.2.16
Milano, nella sinistra sconfitta spunta una lista civica anti Sala
Il vincitore: “Tutti legati a un patto di lealtà”. Ma si studia un piano per ripetere lo scenario ligure. Offerta la candidatura a Dalla Chiesa
di Fabio Poletti

Le «belle primarie» del centrosinistra milanese sono finite. Adesso è il momento delle grandi manovre della sinistra dentro e fuori il Pd, che non si riconosce in Giuseppe Sala che ha vinto ma non stravinto la corsa verso palazzo Marino. L’ex commissario di Expo chiama a raccolta tutte le forze: «Dobbiamo arrivare insieme al risultato finale. Bisogna continuare nel solco dell’amministrazione uscente». È un invito diretto a Giuliano Pisapia ma Giuseppe Sala sa che c’è chi rema contro: «Siamo tutti legati a un patto di lealtà al centrosinistra ma qualcuno potrebbe cambiare strada». Che qualcuno abbia già messo la freccia a sinistra lo ammette il sociologo Nando Della Chiesa, uno dei firmatari dell’appello per Francesca Balzani, sponsorizzata dal sindaco Pisapia: «Non credo che la situazione rimarrà così. C’è un grande disagio dopo le primarie. Mi hanno già chiesto se ero disponibile a guidare una lista civica per correre contro Sala. Io ho detto di no ma lo stanno chiedendo anche ad altri».
Il timore di Beppe Sala e del Pd milanese è che si possa ripetere il terremoto ligure quando Sergio Cofferati dopo aver perso le primarie si smarcò dalla renziana Raffaella Paita arrivata prima. Se possa ripetersi lo stesso scenario è troppo presto per dirlo. Tutti i candidati che hanno perso le primarie giurano di voler correre per Beppe Sala. Il Pd milanese punta a una riunione di coalizione temendo che Sel possa sfilarsi remando contro. Ma il mal di pancia c’è. Lo si vedeva domenica sera nel teatro dove è stato proclamato il vincitore. Lo si sente nelle parole di Nando Dalla Chiesa: «Voglio capire che campagna elettorale vuole fare ma a me rimangono in testa le parole di Silvio Berlusconi quando disse: “Beppe è uno di noi”. E poi non mi sono piaciuti nè il sistema con cui i vertici del Pd hanno giocato durante le primarie nè i media tutti schierati con Sala. Se deve essere così non lo voto. Non è uno di centrosinistra».
Se e quando avverrà lo strappo non si sa. Nicola Fratoianni coordinatore nazionale di Sel guarda avanti: «Con Sala si conclude l’esperienza arancione di Giuliano Pisapia. Adesso ci vuole una riflessione. Una candidatura alternativa? È sempre difficile escludere cose che non sono di fronte a noi».
Paolo Ferrero segretario nazionale di Rifondazione va oltre: «Con Sala nasce il partito della nazione. Al via una lista alternativa». Basilio Rizzo della Federazione della sinistra e presidente del Consiglio comunale di Milano giura che si può fare: «C’è spazio per chi non voterà Sala o Parisi, due direttori generali di giunte di centrodestra». Da qui a giugno per Giuseppe Sala sarà un percorso di guerra. Sapendo che se non dovesse passare al primo turno, cosa mai successa a Milano, avrà bisogno di tutti per sedere a palazzo Marino.