La Stampa 29.2.16
Turchia, Erdogan: non accetto la sentenza della Corte sui giornalisti
di Francesco Iannuzzi
Il
presidente turco Recep Tayyip Erdogan non ha per nulla gradito la
sentenza della Corte costituzionale che ha giudicato arbitrario
l’arresto di due giornalisti dell’opposizione colpevoli di aver
pubblicato articoli e mostrato un filmato in cui veniva mostrato il
traffico d’armi dalla Turchia alla Siria su camion scortati dai servizi
segreti.
«Sono rimasto in silenzio quando la Corte si è espressa.
Ma io non devo rispettare o accettare la sentenza. Voglio fare questa
precisazione. Io non devo obbedire», ha detto Erdogan. «Questo non ha
niente a che fare con la libertà di stampa. Questo è un caso di
spionaggio», ha concluso il presidente turco.
Stampa scomoda
Can
Dundar ed Erdem Gul, rispettivamente direttore e capo dell’ufficio di
Ankara del quotidiano Cumhuriyet sono stati rimessi in libertà il 26
febbraio dopo una detenzione di 92 giorni con l’accusa di «spionaggio»,
«minaccia alla sicurezza nazionale» e «supporto a organizzazione
terroristica». Il loro arresto aveva, però, attirato la condanna
internazionale preoccupata per la stretta del governo sulla libertà di
stampa in Turchia.
Da parte sua dopo la scarcerazione il direttore
Can Dundar aveva ringraziato il presidente Erdogan perché «mettendoci
in prigione ha portato il caso del passaggio segreto di armi dalla
Turchia alla Siria sotto gli occhi dell’opinione pubblica mondiale».
Ma
ha anche dovuto ammettere che «ci siamo dovuti fermare. Quel servizio
ha mostrato il coinvolgimento del nostro Paese nella guerra in Siria.
Ora sappiamo quanto questa trama sia importante. La stampa da noi non è
libera», ha aggiunto Dundar.
Nonostante la loro liberazione i due
giornalisti rischiano comunque una condanna all’ergastolo nel processo
che prenderà il via il 25 marzo prossimo.