il Fatto 2.2.16
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Da assumere 63 mila prof: il testo ancora non c’è, ma tra abilitati, precari storici ecc. monta la protesta
Scuola, già pronti migliaia di ricorsi contro il concorso
di Virginia Della Sala
l
 miraggio del posto fisso: a breve sarà bandito il concorso per 
l’immissione in ruolo di 63mila insegnanti. Un bel numero, anche se a 
fronte dei 300mila pensionamenti previsti dai sindacati nei prossimi tre
 anni. Eppure in molti si stanno mobilitando: riforma dopo riforma, 
l’iter per insegnare ha subìto troppi cambiamenti. E agli aspiranti 
docenti spesso non resta che il ricorso. Eccone un sunto.
GLI 
ABILITATI DEL TFA. Hanno frequentato il Tirocinio formativo attivo: un 
esame d’accesso, 3 mila euro e un anno di studio per abilitarsi nella 
loro materia. Ma nel 2012, mentre iniziava il primo ciclo, era stato 
istituito anche un concorso per l’immissione in ruolo a cui, secondo il 
bando, non poteva partecipare chi non fosse abilitato. In molti hanno 
partecipato lo stesso e poi hanno vinto il ricorso (lo Stato aveva fatto
 passare troppo tempo dall’ultima abilitazione). Ha frequentato poi il 
Tfa anche chi, anni prima, era stato ammesso alla Siss (scuola sia per 
l’abilitazione sia per l’immissione in ruolo) e l’aveva congelata. Oggi,
 questi congelati stanno vincendo i ricorsi per l’inserimento in ruolo. 
Così alcuni si chiedono perché a parità di percorso formativo non 
debbano avere la stessa opportunità. Inoltre, secondo le bozze del 
decreto sul concorso su cui ha espresso parere negativo il Consiglio 
superiore della pubblica istruzione (Cspi) tutti dovranno essere 
giudicati sui contenuti e le nozioni già valutati durante laurea, corso
 abilitante e tirocinio a scuola.
I PAS. Sono coloro che, con 
almeno tre anni di insegnamento alle spalle, sono entrati nel 2013 nei 
cosiddetti Percorsi abilitanti speciali. Ora devono fare il concorso 
nonostante nel 2014 la Corte di giustizia Ue abbia bocciato “il sistema 
di contratti a tempo determinato per soddisfare esigenze permanenti 
delle scuole statali”, ritenendolo contrario al diritto dell’Unione: chi
 ha raggiunto i 36 mesi di lavoro dovrebbe essere assunto a tempo 
indeterminato. Anche per evitare una procedura di infrazione, nel 2015 
il governo ha solo deciso di esaurire e chiudere le Gae, le graduatorie a
 esaurimento in cui andavano a finire tutti gli abilitati fino al 2008, 
lasciando fuori i Pas. Chi è nelle Gae, o è stato assunto o deve 
esserlo nei prossimi mesi: molti dei Pas hanno invece fatto ricorso per 
accedervi e non dover fare il concorso.
SCUOLA DELL’INFANZIA.Sono l
 circa 2mila gli insegnanti e le loro graduatorie di merito 3 mila (Gm) 
non si sono ancora esaurite e quindi non sono stati stabilizzati. La 
“Buona scuola” aveva congelato le assunzioni, in attesa di un nuovo 
progetto che, però, non è stato ancora avviato. Per legge, le vecchie 
graduatorie decadono quando ci sono le nuove e così rischiano di dover 
rifare il concorso.
NON ABILITATI E ITP. Il 27 gennaio, il Cspi ha
 evidenziato alcuni problemi nelle bozze. “La scelta di bandire un nuovo
 concorso solo per abilitati potrebbe essere fonte di contenzioso si 
legge nel parere non vincolante e si segnala il caso degli Insegnanti 
tecnico pratici (Itp) per i quali non è mai stato istituito un percorso
 abilitante”.
NUOVE CLASSI DI CONCORSO.
Nel delineare le 
nuove classi di concorso (materie che si insegneranno), le bozze 
presentano un problema: la nuova formulazione spesso non corrisponde a 
quella dei corsi abilitanti. Un esempio? Chi si è abilitato in una 
classe di elettronica ora potrebbe trovarsi a concorrere nella classe 
che accorpa elettrotecnica (in cui non si è abilitato) ed elettronica. E
 a dover studiare un programma che non aveva previsto nel suo piano.
 
