Corriere La Lettura 21.2.16
Mezzo milione di anni prima di Lucy L’età dell’australopithecus più antico
Parlando
di evoluzione umana, credo che molti conoscano Lucy: un piccolo
scheletro di Australopithecus di 3 milioni e 200 mila anni fa, completo
quasi al 50%. Venne scoperto nel 1974 in Etiopia e rappresentò una
svolta nella storia della scienza delle nostre origini. Pochi sanno
invece che nello stesso continente, in Sudafrica, è stato scoperto un
nuovo scheletro di Australopithecus, ma davvero completo in questo caso:
c’è il cranio con la mandibola, il tronco, i cinti toracico e pelvico,
gli arti e tutte le ossa delle mani e dei piedi, con molte ancora in
articolazione. Si chiama con la sigla StW 573. Da quasi vent’anni
attende di essere estratto dalla roccia dolomitica nella quale è
inglobato all’interno del sistema carsico di Sterkfontein, a meno di
un’ora di macchina da Johannesburg . Una scoperta eccezionale. Venne
individuato nel 1998 grazie all’intuito e alla tenacia di un drappello
di ricercatori. Partirono dalle ossa di un piede, noto
internazionalmente come Little Foot, ritrovate anni prima in una cassa
con altri resti fossili, e andarono a cercare se uno di quei frammenti
(una porzione di tibia) trovasse il raccordo con la restante parte
dell’osso ancora inglobato nei sedimenti concrezionati della grotta.
Trovarono la piccola superficie d’attacco, quindi la tibia intera e poi …
tutto il resto dello scheletro, cranio incluso. Ora, meno di vent’anni
dopo, le ossa di quello scheletro iniziano a essere estratte dalla
roccia, non senza difficoltà, a iniziare dal cranio, pressoché integro
anche se frammentato e deformato dalla pressione dei sedimenti. E poi
abbiamo una data, mezzo milione d’anni più antica di quella di Lucy:
ossia 3 milioni e 700 mila anni fa.