Corriere 6.2.16
Hillary costretta alla difensiva: «Non sono succube di Wall Street»
E accusa Sanders: «Proponi cose irrealizzabili»
In
evidente difficoltà nel confronto con Bernie Sanders, che sta
raccogliendo consensi molto superiori al previsto, Hillary Clinton tira
fuori le unghie. Nell’ultimo dibattito prima del voto in New Hampshire
abbandona la diplomazia e picchia duro l’avversario: «Io succube della
finanza di Wall Street? Le tue sono calunnie, non ti puoi abbassare a
tanto». Replica efficace, anche perché poi si passa a discutere di
politica estera, terreno sul quale l’ex segretario di Sato prevale
nettamente. Ma sui temi economici cruciali per gli elettori democratici —
l’impoverimento del ceto medio e le misure contro la sperequazioni
nella distribuzione dei redditi — la Clinton si è ritrovata sulla
difensiva: costretta a difendere la sua patente di progressista con
argomenti non sempre convincenti. Per lei, intanto, piove sul bagnato
anche su altri fronti: i sondaggi continuano a indicare in New
Hampshire, dove si voterà martedì, un vantaggio di Sanders di almeno 20
punti percentuali. L’ultimo, quello della University of Massachusetts, è
ancora più drammatico: Hillary doppiata in New Hampshire dal senatore
(61 per cento contro 30) che conquista addirittura il 90 per cento dei
giovani (18-29 anni). Mentre un nuovo sondaggio nazionale della
Quinnipac University offre l’immagine di un testa a testa tra i due
candidati democratici (Hillary avanti di due punti, 44 a 42, il resto
indecisi). Queste rilevazioni nazionali sono poco attendibili, ma quella
realizzata in precedenza della stessa Quinnipac usando lo stesso
metodo, aveva dato risultati molto più favorevoli alla Clinton che
doppiava Sanders. Come se non bastasse, anche la vittoria per pochi voti
di Hillary in Iowa torna in discussione. In un editoriale, il Des
Moines Register, principale organo d’informazione dello Stato, dice che
«si fiuta del marcio» nel partito democratico per quello che è avvenuto
nella conta dei voti dei «caucus» e chiede un riesame: «Numeri troppo
vicini, troppi conteggi sbagliati, troppi volontari impreparati ed
elettori confusi che non hanno avuto indicazione sull’ubicazione dei
seggi nè i moduli necessari per registrarsi. Il partito tiene segrete
troppe informazioni su quanto accaduto lunedì. C’è bisogno di
trasparenza». È l’ennesima tegola per la Clinton il cui principale
problema, comunque, è quello dell’indebolimento della sua immagine di
leader progressista: per i suoi rapporti con la finanza di Wall Street
(Sanders continua ad attaccarla per i tanti soldi ricevuti dalle banche)
ma anche perché il tema della lotta contro le diseguaglianze
economiche, che doveva essere al centro della sua campagna, le è stato
scippato dal senatore socialista. Sanders qui ha una posizione più
nitida che a molti elettori appare credibile, anche se Hillary lo
accusa: «Proponi cose irrealizzabili».