Corriere 17.2.16
Contro il canone si uniscono le opposizioni: «È un pasticcio»
di F. D. F.
ROMA
Il pagamento del canone Rai nella bolletta elettrica a partire da
luglio continua a suscitare polemiche per i ritardi nell’attuazione
della legge di Stabilità 2016. Ieri all’attacco dell’esecutivo si sono
mossi il senatore Maurizio Gasparri (FI) e i parlamentari 5 Stelle in
commissione di Vigilanza Rai. Questi ultimi hanno annunciato
un’interrogazione al ministero dello Sviluppo economico a prima firma
Mirella Liuzzi: «Quello di Giacomelli e Renzi è un pasticcio vero e
proprio — sostengono i grillini —, che crea confusione e non agisce
sulla mission del servizio pubblico, che diventerà così semplicemente un
bancomat nelle mani dell’esecutivo». Per questi motivi i pentastellati
invitano «Renzi a fare un passo indietro, chiedere scusa e rinunciare al
canone in bolletta. Anche perché inganna i cittadini chiedendo loro i
soldi per la Rai, ma usandoli per altri fini». Parole condivise da
Gasparri: «Sul futuro della Rai gravano molte incognite. Il governo ha
voluto imporre il canone in bolletta, ma non è riuscito ancora a
definire le modalità tecniche di questa riscossione». L’associazione
delle imprese del settore, ricorda il senatore forzista, «ha già
bocciato sonoramente la norma rilevando come non siano stati ancora
emanati i provvedimenti attuativi». «Si è agito con superficialità e
demagogia — sottolinea Gasparri —, facendo una mini legge che ha dato il
controllo della Rai al governo in maniera incostituzionale». Intanto
ancora non è pronto il decreto attuativo da parte del ministero dello
Sviluppo economico, che deve definire i dettagli del provvedimento: il
documento doveva essere emanato entro 45 giorni dall’entrata in vigore
della legge di Bilancio, cioè lunedì. Il secondo atto mancante, che è
legato a questo decreto, chiama in causa l’Agenzia delle Entrate che
doveva definire le modalità per la presentazione dell’autocertificazione
da parte di chi non possiede una tv e, quindi, è esentato dal pagamento
del canone.